«In questa fase di emergenza, iniziata ormai da un mese, il sindaco, che avrebbe dovuto essere presente in maniera costante e continua in città e sul territorio, ha preferito fare altro. Per questo motivo, vista anche la lacerazione che si è consumata in seno alla maggioranza, che tra l’altro si protraeva già da tempo, abbiamo deciso di staccare la spina con molta sofferenza, ma anche con molta lucidità, perché abbiamo ritenuto che la gestione commissariale sarà sicuramente migliore di un’amministrazione nulla che avrebbe potuto soltanto nuocere gravemente alla popolazione e al territorio».
Non ha dubbi Daniele Saia, consigliere comunale dimessosi insieme ad altri sei eletti, e risponde in questi termini a chi gli obietta l’inopportunità di fare cadere l’amministrazione Marcovecchio in questo frangente così delicato di emergenza sanitaria. Il leader dell’opposizione ha flirtato, notoriamente, con qualche esponente pentastellato in Regione prima e con le dissidenti del centrodestra Linda Marcovecchio e Annalisa Melloni poi, con un solo obiettivo: mandare a casa prima del tempo, prima della scadenza naturale del mandato, il sindaco «assente» Lorenzo Marcovecchio. La “caduta degli dei”, come è stata ribattezzata da qualcuno in città la vicenda politico-amministrativa, ha suscitato non tanto stupore, la crisi della maggioranza era ormai acclarata, quanto piuttosto preoccupazione per via del particolare momento storico che l’intero Paese sta vivendo. «Irresponsabili», così sono stati bollati i “congiurati” che si sono dimessi e hanno fatto cadere l’amministrazione in carica. Saia rispedisce al mittente anche queste accuse e tira diritto, difendendo la scelta di «staccare la spina» ad una amministrazione moribonda.
«Avremmo potuto farlo nelle prossime settimane, – aggiunge – ma ripeto, è meglio il commissario prefettizio che un sindaco che non si sa dove sta». «Anche in merito all’ospedale “Caracciolo” abbiamo dato suggerimenti, avanzato proposte concrete, come minoranza ci siamo mostrati collaborativi, ma invece di ringraziarci e collaborare, l’amministrazione Marcovecchio ci ha ignorato letteralmente. Le tende per il pre triage, ad esempio, sono arrivate solo negli ultimi giorni, senza che il sindaco abbia speso mezza parola sulla vicenda. In giunta, tra l’altro, non ha ancora fatto le deleghe, come ad esempio quella importante della sanità. Abbiamo concluso, quindi, che era giunto il momento di staccare la spina». E ovviamente, con un gesto così forte e tranciante, tutti i consiglieri si sono assunti una pesante responsabilità anche in termini politici. Se un centrodestra non esiste più, smembrato da liti intestine e impersonato, forse oggi, da Linda Marcovecchio e dal “burattinaio” occulto di cui però tutti conoscono il nome, probabilmente non esiste più neanche un centrosinistra “duro e puro” visto che da settimane gli ammiccamenti con il Movimento 5 Stelle e i dissidenti di centro sono diventate quasi la prassi. Una sorta di “listone” di “unità nazionale” per archiviare la parentesi Marcovecchio e rilanciare la città di Agnone. Con le dimissioni dal Consiglio comunale di Agnone, tra l’altro, il consigliere Saia è anche decaduto dal ruolo di consigliere provinciale, insieme a Linda Marcovecchio. I due avevano un buon rapporto di collaborazione, anche confidenziale, con il presidente Alfredo Ricci. «Anche questa è stata una decisione meditata. Ci siamo confrontati, ovviamente, prima di prendere questa decisione, con il presidente Ricci, al quale abbiamo assicurato comunque la nostra collaborazione in questa fase così delicata a prescindere dai ruoli ufficiali ricoperti. Anzi, colgo l’occasione per proporre un maggior coordinamento, anche un tavolo tecnico se necessario, tra tutti i Comuni dell’Alto Molise per far fronte alle eventuali emergenze ulteriori che dovessero presentarsi nell’immediato». In merito alla nomina della dottoressa Giuseppina Ferri quale commissario prefettizio il leader dell’opposizione commenta: «Auguriamo alla dottoressa Ferri un buon lavoro e ringraziamo anche la Prefettura per la celerità di questa nomina. La sera stessa della caduta dell’amministrazione la Prefettura ha nominato il commissario. Sappiamo che la commissario è già stata in Comune, una sorta di presa di possesso, e quindi chiederemo, nei prossimi giorni, di avere un incontro per darle dei consigli e dei pareri anche per affrontare l’emergenza sanitaria in corso. Insomma siamo a disposizione della dottoressa Ferri, sempre per il bene di Agnone e dell’Alto Molise». In chiusura, trattando il tema del futuro politico della cittadina altomolisa, Daniele Saia si smarca: «Io sindaco di Agnone? Non è questo il tema, non è sicuramente il momento più opportuno per pensare a chi sarà il prossimo sindaco. Il tema ora è affrontare e superare questa emergenza sanitaria e farsi trovare pronti per far ripartire anche l’economia dell’Alto Molise e di Agnone».

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