«Sono e resto un esponente del centrodestra». Tiene a rimarcare subito questo aspetto Linda Marcovecchio, ex vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici del Comune di Agnone.
Il 19 marzo scorso insieme alle colleghe Annalisa Melloni e Annalisa Cellilli, di pari intesa con i gruppi di minoranza, ha dato la spallata decisiva per far cadere il sindaco Lorenzo Marcovecchio con cui ha condiviso quattro anni di gestione della cosa pubblica. «Mi chiedete se lo rifarei? Ebbene sì soprattutto in considerazione degli ultimi attacchi a mezzo stampa portati avanti dall’ex sindaco. Si tratta di frasi denigratore e infamanti nei confronti di chi in quattro anni lo ha sempre difeso, aiutato e rispettato».
Solo una questione dettata dalle parole?
«Per tutta una serie di motivazioni che non sto qui ad illustrare, ma che di fatto in tempo di pandemia lo hanno visto lontano dalla sua gente, il rapporto politico era ormai arrivato al capolinea. Quelle parole sono state solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La giunta Marcovecchio sarebbe caduta in fase di Bilancio. Abbiamo solo anticipato i tempi soprattutto grazie alla presa di posizione di Annalisa Cellilli».
È stato il prezzo per il mancato appoggio da parte di buona parte della maggioranza alla sua candidatura alle regionali?
«Assolutamente no. E se anche all’epoca dei fatti avrei dovuto dimettermi, ho sempre anteposto il bene della collettività come ad esempio il portare avanti un progetto a cui ho creduto, ovvero la strategia delle Aree interne».
Ritiene che in un momento difficile come quello attraversato, il commissario prefettizio sia la persona adatta nella gestione dei problemi che attanagliano Agnone nonché a traghettare la comunità fino alle prossime comunali?
«Non ho rimorsi e anzi nelle ultime settimane ho avuto il piacere di confermare la bontà e la competenza di una donna che sta dimostrando di poter amministrare degnamente un comune come quello in cui vivo».
In una sua intervista rilasciata al mensile l’Eco de l’Alto Molise, ha lasciato intendere che Agnone avrebbe bisogno di un sindaco donna. Potrebbe essere lei? E soprattutto la pensa ancora così?
«Problemi di natura lavorativa mi impediscono di poter eventualmente accettare una simile candidatura anche se mi sarebbe piaciuto. Voglio precisare che nell’intervista non intendevo autocandidarmi. Resta il discorso di una donna al comando di Palazzo San Francesco e vi assicuro che ad Agnone ci sono tante belle figure le quali potrebbero ben figurare».
In alternativa ad una donna chi vedrebbe come possibile figura nel ruolo di primo cittadino?
«Non ho nomi e non sono certo io a poterne indicare uno. Resto dell’avviso che è necessario andare oltre i canonici schemi dei partiti e lavorare ad un progetto che abbia la forza di convergere su persone motivate e capaci convinte di poter amministrare al meglio un comune che resta il faro guida del territorio. Guardo con attenzione e curiosità al possibile accordo tra Pd e 5 Stelle in ambito locale, tuttavia ritengo che il discorso andrebbe allargato per non disperdere risorse da valorizzare e che alla fine potrebbero tornare utili».
In merito alle prossime comunali attese in autunno, il suo gruppo formato da Melloni e Cellilli, come si sta muovendo?
«Al momento siamo ferme, ma questo non vuol dire che non siamo disposte al dialogo con chi, insieme a noi, ha deciso di portare una svolta all’interno del Comune. D’altronde i rapporti con Scarano e Saia restano buoni e propositivi sempre in quell’ottica che vede il bene comune messo avanti a tutto».
Pensa che potreste trovare spazio in questo discorso che inizia a prendere forma?
«Non lo escluderei a patto di cancellare colori politici. Comunque è prematuro dirlo oggi. Vediamo».
Il centrodestra come si muoverà? Nelle ultime settimane è spuntato il nome dell’ex prefetto di Campobasso, Francescopaolo Di Menna che nessuno ha smentito.
«L’ho sentito anch’io. Che ci sia fervore da parte di alcuni esponenti di centrodestra è innegabile e al tempo stesso legittimo, ma questo non vuol dire che siano esclusivamente loro a dover rappresentare uno schieramento».
L’ex sindaco Gelsomino De Vita, come avvenuto in recente passato, sarà ancora l’ago della bilancia della prossima tornata elettorale?
«Rispetto a quattro anni fa tante cose sono cambiate, ma De Vita resta il principale riferimento del centrodestra su Agnone e l’alto Molise. Su questo potete scommetterci a partire da adesso».
In definitiva, Linda Marcovecchio la prima cosa di cui oggi Agnone ha bisogno, qual è?
«Di un ospedale che funzioni senza ma e senza se. A Campobasso devono capirlo una volta per sempre. Il diritto alla salute vale per il capoluogo come per i centri periferici. Dovrà essere questa la madre di tutte le battaglie».

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