Blitz del Nil dei Carabinieri della compagnia di Isernia, nei giorni scorsi, in una nota struttura di assistenza per anziani di Agnone, in collaborazione con i militari della locale compagnia al comando del capitano Christian Proietti. Nel mirino dei Carabinieri è finita la struttura divenuta tristemente nota a livello nazionale e forse anche internazionale, nel pieno dell’emergenza sanitaria, perché sede di un cluster epidemiologico. Una pagina di cronaca locale particolarmente toccante, perché ha visto coinvolti gli anziani ospiti della stessa struttura, che ora si infittisce di nuovi particolari. Dopo il collasso della gestione della casa di riposo nel periodo di emergenza sanitaria, la dottoressa Ferri, commissario prefettizio, intervenne d’imperio di fatto ordinando all’Asrem di sopperire alle carenze gestionali. Le cucine del “Caracciolo” vennero utilizzare per preparare dei pasti caldi agli ospiti della struttura privata. Nelle ore immediatamente successive l’Asrem, per ordine del direttore generale Florenzano, fece richiesta di intervento alla Protezione civile nazionale per l’evacuazione completa, in urgenza e biocontenimento, della struttura. Evacuazione che avvenne nottetempo grazie all’intervento di una colonna mobile di mezzi inviati direttamente da Roma. Tamponata quella emergenza, la dottoressa Ferri inoltrò un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica pentra che, come atto dovuto, aprì un fascicolo di inchiesta. Proprio sulla scia di quelle indagini si inseriscono gli ulteriori controlli posti in essere dal Nil dei Carabinieri nei giorni scorsi. All’esito degli accertamenti svolti dai militari, coadiuvati dal personale Ispettorato del lavoro, è stato denunciato, in stato di libertà, il responsabile legale della casa di riposo, un uomo residente a Poggio Sannita, già noto alle Forze dell’ordine, ritenuto responsabile di violazioni sia penali che amministrative in particolare riferimento alla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nello specifico, delle quindici posizioni lavorative finite sotto la lente dei Carabinieri, ben nove sono risultate in nero. Pare inoltre che agli stessi lavoratori non siano state fornite le necessarie ed idonee spiegazioni circa l’impiego corretto e funzionale dei dispositivi di protezione individuale. Inoltre sono state elevate sanzioni pecuniarie per poco meno di centomila euro e sono state fatte le segnalazioni agli uffici preposti per il recupero dei contributi Inps non versati per migliaia di euro. Si è trattato di una attività ispettiva delegata dalla Procura di Isernia che nelle scorse settimane ha aperto un fascicolo di indagine a carico del responsabile della struttura per altre ipotesi di reato.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.