Il prefetto di Isernia intensifica la presenza delle forze dell’ordine nel comune di Pescolanciano e allo stesso tempo rassicura la comunità.
«Le istituzioni non hanno mai abbandonato nessuno e non lo faranno», con queste parole Fernando Guida ha concluso la riunione del coordinamento delle Forze di Polizia convocata ieri mattina in Prefettura per approfondire i fatti accaduti nei giorni scorsi nel piccolo centro della provincia di Isernia, ovvero l’atto vandalico e l’incendio ai danni dei proprietari dell’immobile posto sulla strada provinciale per Agnone che dovrebbe ospitare 15 richiedenti asilo.
Il prefetto, alla presenza del sindaco Manolo Sacco, ha chiarito alcuni punti, stigmatizzando l’allarmismo che si è diffuso nei giorni scorsi in paese e che ha portato i cittadini a esprimersi con un secco ‘no’ all’accoglienza dei migranti.
Nel corso dell’incontro, è emerso innanzitutto che i due accadimenti non hanno precedenti nella storia di Pescolanciano. Questo Comune, dai dati in possesso delle Forze di Polizia, risulta essere tra i più sicuri della provincia pentra, con un trend dei reati addirittura in diminuzione nel biennio 2017/2018 rispetto agli anni precedenti.
«Come sempre avviene nell’imminenza dell’apertura di nuovi centri di accoglienza – ha sottolineato il prefetto -, l’immobile è stato oggetto di un sopralluogo da parte del collegio ispettivo coordinato dalla Prefettura (di cui fanno parte anche il comando provinciale dei vigili del fuoco, l’Asrem e l’Ispettorato del Lavoro) per la verifica preventiva dell’idoneità, all’esito del quale è emersa la necessità di eseguire alcuni lavori per adeguarlo alle esigenze dei richiedenti asilo, per cui è stata proprio la Prefettura a individuare delle criticità che avrebbero dovuto essere superate per consentirne l’apertura. Il Comune è stato informato dell’esito del sopralluogo e, dunque, l’amministrazione era perfettamente a conoscenza del fatto che il centro non solo non era prossimo all’attivazione, ma probabilmente non sarebbe neppure stato aperto in mancanza delle condizioni necessarie». Il prefetto ha quindi smentito le dichiarazioni del primo cittadino in riferimento a presunti lavori eseguiti nelle ore notturne e di cui egli stesso non avrebbe avuto alcuna comunicazione.
«Durante la riunione Sacco è stato ampiamente rassicurato sul fatto che le istituzioni non hanno mai abbandonato né il comune in questione né gli altri comuni della provincia – ha aggiunto Guida -, specialmente nella gestione di temi così delicati come quello dell’immigrazione».
All’esito dell’incontro è stata condivisa la necessità di intensificare i controlli delle Forze di Polizia nel territorio di Pescolanciano, soprattutto per evitare che i recenti accadimenti possano essere oggetto di strumentalizzazione o divenire il pretesto per la commissione di reati.
VC

«Signor ministro il suo arrivo al Viminale  è una boccata d’ossigeno per sindaci come me»

Ancora riflettori puntati sul paese alle porte dell’alto Molise dove cittadini e amministrazione continuano ad opporsi all’apertura del centro di prima accoglienza per migranti in una struttura che, nella notte tra domenica e lunedì, è stata data alle fiamme. Come annunciato dallo stesso sindaco Manolo Sacco della vicenda è stato reso edotto anche il neo ministro Matteo Salvini, nuovo inquilino del Viminale, al quale il primo cittadino ha inviato una lettera.
«Gentilissimo signor ministro – scrive Sacco -, il suo arrivo al dicastero dell’Interno è una boccata d’ossigeno per sindaci come me, che si sentono abbandonati dalle Istituzioni e che vengono lasciati soli a combattere con la grande questione dell’accoglienza dei migranti. Siamo come tra l’incudine e il martello: da un lato le pressioni del governo centrale, i privati che speculano sugli extracomunitari; dall’altro le nostre piccole comunità che cercano di autoconservarsi. E che mal tollerano le ingerenze esterne. Nel mezzo ci sono i sindaci, io sono uno di questi. E adesso che c’è qualcuno che ascolta, voglio lanciare un appello. Mi rivolgo a lei, signor ministro, affinché intervenga sulla questione. Non chiedo di fermarle i flussi migratori, di cambiare tutto con la bacchetta magica. Chiedo che ascolti le esigenze di piccole comunità come la mia, un centro di pochi abitanti in provincia di Isernia, che vuole dire no all’accoglienza, vuole avere il diritto di decidere per sé, senza ricevere imposizioni che snaturerebbero il nostro paese. So che di lavoro ce n’è tanto – conclude il primo cittadino -, ma spero che parta proprio dal nostro caso per ripensare tutto il sistema dell’accoglienza in Italia, così che ne possano trarre benefici tutti. Confido in lei e le rivolgo i migliori auguri di buon lavoro».

Calenda: «Bisogna fare fronte comune per combattere la violenza e l’odio»

Ferma condanna della mano che dato fuoco alla struttura convertita in centro di accoglienza, ma piena solidarietà al sindaco Manolo Sacco che chiede aiuto alle istituzione. E da Palazzo D’Aimmo, arriva la nota della consigliera della Lega Filomena Calenda: «Ho appreso con profondo dispiacere la notizia dell’incendio che è divampato la scorsa notte nella struttura per immigrati di Pescolanciano. Anche solo paventare l’ipotesi che si possa trattare di un atto doloso, da parte di vili esecutori, è da condannare. Mai, in nessun caso, la violenza e le minacce sono risolutive di problematiche. Aver colpito simbolicamente l’accoglienza è un gravissimo gesto xenofobo che va condannato e non bisogna permettere che altri possano dare corso a comportamenti di siffatta natura impregnati di odio e rancore. Abbiamo sempre affermato di essere contrari all’accoglienza speculativa e all’immigrazione clandestina, che apre le porte di casa nostra a delinquenti. Ma, mai abbiamo pensato di rispedire a casa loro i bisognosi di sicurezza, donne e bambini e chi davvero scappa dalle torture di una guerra».
«Esprimo la mia più totale solidarietà e vicinanza al primo cittadino di Pescolanciano, Manolo Sacco e alla sua comunità. Di fronte a questi gravissimi episodi – conclude la consigliera del Carroccio – dobbiamo fare fronte comune per non far vincere l’odio e la violenza».

 

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