Sfruttare l’emergenza sanitaria in atto per risollevare le sorti dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone. È quello che propone, entrando nel dibattito di queste ore, il sindaco di Capracotta. Candido Paglione, medico veterinario, dichiara: «L’ospedale di Agnone va potenziato. Prendiamo quello che di buono può arrivare da questa situazione drammatica. Rompiamo gli indugi, le risorse ci sono, manca solo la volontà politica».
Nella vicina Atessa il locale ospedale, per volontà della azienda sanitaria, è stato riconvertito in “Covid Hospital” e sarà attrezzato per ospitare, sin dai prossimi giorni, ben centoventi pazienti, divisi in tre sezioni: ricoverati in via di guarigione, malati in terapia sub-intensiva, e dodici letti di rianimazione per i casi più gravi. Un ospedale quasi in dismissione, come il “Caracciolo” appunto, che “grazie” all’emergenza epidemica viene potenziato e riconvertito. A dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la logica dei grandi plessi ospedalieri accentrati non funziona nel lungo periodo.
«L’Italia è nella tenaglia del Covid-19. – argomenta la sua idea il sindaco Paglione – Il sistema sanitario pubblico, tuttavia, sta fornendo una grande prova, pur tra mille difficoltà. Da notare soprattutto la capacità di adattamento e di ampliamento delle strutture in tempi piuttosto celeri». Che questa sia l’occasione per ripensare il ruolo del sistema sanitario pubblico, anche in Molise, ne è convinto il sindaco di Capracotta. Che rilancia sull’ospedale di Agnone e sul suo ruolo strategico in questa fase di emergenza e in prospettiva futura: «Al presidente della Regione, ai sindaci del comprensorio, ai vertici sanitari regionali dico: prendiamo il coraggio e rilanciamo il nosocomio agnonese. Un presidio sanitario in alto Molise è indispensabile, non lo scopriamo certo oggi. È stato depotenziato per tagliare i costi, per razionalizzare, ma oggi scopriamo che è vitale. Ci auguriamo che la provincia di Isernia mantenga il suo primato nazionale di unico territorio senza infettati dal Covid-19, ma in caso contrario il nostro territorio avrebbe serie difficoltà, con i privati che si sono, pare, defilati. Dunque prendiamo quello che di buono può arrivare da questa situazione drammatica. Rompiamo gli indugi, le risorse ci sono, manca solo la volontà politica».
Quali misure concrete si possono attuare dunque secondo Paglione? Il sindaco, medico veterinario, non ha dubbi: «Istituire subito un minimo di posti di terapia intensiva, almeno 4 o 5, che potrebbero rivelarsi necessari in questa fase e preziosi comunque a emergenza finita; quindi un presidio di pronto soccorso, che a regime non avrebbe senso senza i posti di terapia intensiva, un nuovo e mirato utilizzo delle sale operatorie e un reparto di medicina che riprenda a funzionare. Ecco, con pochi passaggi e investimenti contenuti, potremmo riavere un presidio indispensabile per una zona che i disagi e le emergenze le vive, di fatto, ogni giorno».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.