La foto pubblicata non lascia spazio a troppe interpretazioni. Il guardrail con il quale il personale della Provincia di Isernia ha transennato l’accesso al viadotto sul Sente che collega l’Alto Molise e l’Alto Vastese è stato rimosso. Un varco nella barriera, una sorta di breccia nel muro dell’isolamento territoriale, che permette ora il passaggio, sia pure clandestino, dei veicoli sull’imponente viadotto. La foto è stata scattata sul versante abruzzese del ponte, territorio comunale di Castiglione Messer Marino.
Identica la situazione che si registra sull’altro versante, quello molisano appunto, sul territorio di Belmonte del Sannio. Nottetempo qualcuno ha pensato di rimuovere le barriere e far tornare transitabile il ponte. Un transito clandestino e illegale, posto che l’ordinanza di divieto di attraversare il viadotto è ancora in vigore. Pare inoltre che le barriere siano state già rimosse e ripristinate più di una volta. Asportate nottetempo da ignoti e riposizionate di giorno dal personale del comparto viabilità della Provincia di Isernia. Una, due, tre volte almeno. Ieri mattina la situazione era quella mostrata in foto, con i varchi aperti a colpi di brugola o di chiave da parte di mani ignote. Il ponte “Longo” detto comunemente Sente è chiuso da quasi due anni, a settembre il secondo anniversario dalla chiusura. Motivo del provvedimento emanato in fretta e furia dalla Provincia pentra, allora guidata dal presidente Lorenzo Coia, un presunto «immenente rischio crolli» che in effetti in due anni non si è concretizzato.
L’ingegner Di Cristinzi da Venafro mise nero su bianco, nella sua relazione tecnica commissionata dalla Provincia, che il ponte, nella campata sostenuta dalla famosa terza pila, appoggiava per pochi centimetri a causa della acclarata rotazione della struttura portante. Il baggiolo di appoggio era lesionato a tal punto da far ritenere al tecnico urgente e improcrastinabile la chiusura al traffico dell’imponente opera viaria. La Provincia prese la palla al balzo e l’ordinanza di chiusura venne firmata a metà settembre. Da allora il ponte è chiuso, da poco meno di due anni. Con una sorta di sveltina politica il Movimenti 5 stelle, delegazione parlamentare abruzzese e molisana, riuscì a far inserire il ponte Sente nel cosiddetto Decreto Genova. E come il coniglio dal cilindro, il Governo stanziò due milioni di euro per la messa in sicurezza dell’opera. Il primo progetto venne sostanzialmente stracciato dal Provveditorato opere pubbliche di Napoli. Seguirono integrazioni di documenti, la stipula di un fantomatico accordo tra Provincia e Anas, la reiterata promessa di ristatalizzazione dell’opera e dell’intera Istonia. Ma al netto di tutte queste chiacchiere la cosa certa e incontrovertibile è che i lavori di messa in sicurezza non sono nemmeno stati appaltati e che il ponte Sente è ancora interdetto al traffico. E allora forse non è nemmeno troppo da biasimare chi, nottetempo, sfidando in qualche modo le istituzioni e l’autorità, va a svitare quei bulloni per ripristinare, lo ribadiamo clandestinamente, il diritto alla mobilità per i cittadini dell’Alto Molise-Vastese.

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