Perdere la vita a 63 anni per un infarto, non diagnosticato dopo le prime avvisaglie, col cuore in perfette condizioni, per chi ha sempre vissuto seguendo le regole del benessere. Un evento luttuoso che ha visto la morte di Michele Petrella, impiegato del Catasto a Bari, ma nativo di Montelongo, dove tornava spesso, l’ultima volta appena domenica 2 agosto. Il decesso c’è stato il 5 agosto e su questo dramma, avvenuto in casa, al quinto piano (da cui saliva e scendeva senza usare l’ascensore) con moglie e due figli gemelli universitari presenti, la magistratura è chiamata a fare chiarezza. Sì, perché quando Michele ha avvertito intorno alle 8.30 dolori al petto e sensazioni di nausea, è stato chiamato il 118 Puglia, ma l’equipe che si è presentata a casa era priva del medico. Il personale ha fatto domande all’uomo, eseguito un elettrocardiogramma, il cui referto poi sarebbe stato rilasciato da un medico in postazione remota e poi inserito nella cassetta postale della famiglia. Il 118 non ha portato Petrella al pronto soccorso barese, ma ha diagnosticato sul posto una congestione. Forse rassicurato, Petrella è poi uscito a fare due passi, a prendere aria e fare la spesa, tornato con le buste in case, verso le 12.30 si voleva coricare un po’, ma entrato in bagno non ne è più uscito. E’ crollato a terra, l’infarto lo ha stroncato. Ad accorgersi della terribile evoluzione è stato uno dei figli, disperata la chiamata al 118, stavolta intervenuto col medico, che non ha potuto che constatare l’avvenuto decesso.
La signora Petrella ha reagito, ricordando cosa fosse accaduto solo poche ore prima e ha chiamato Nas e Carabinieri, giunti sul posto poco dopo. Militari all’opera per acquisire testimonianze e rilievi, prima di ricevere il nulla osta del Pm per la rimozione della salma. L’autopsia sul corpo senza vita di Michele c’è stata sabato scorso e martedì i funerali a Bari, prima del rientro del feretro per la tumulazione a Montelongo. Siamo soliti assistere a giudizi sferzanti sulla sanità molisana, ma è la prima volta che assistiamo a diagnosi effettuate non da medici ed è proprio l’aspetto che la Procura di Bari dovrà approfondire.

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