Sembrava una banale caduta, un ‘normale’ incidente sul lavoro. Nessuno quando accadde immaginava l’epilogo. Un anno fa: la corsa dalla Gam di Monteverde all’ospedale Cardarelli. Qualche giorno di ricovero e poi la triste notizia: Antonella non ce l’ha fatta.
Oggi i figli Giovanni, Federica e Ilaria chiedono di conoscere la verità. Lo fanno con gli occhi ancora gonfi di lacrime e il cuore colmo di dolore. Ma con tanta, tanta dignità.

“È trascorso un anno da quel pomeriggio di lavoro nella ‘solita’ fabbrica dove, per raggiungere lo spogliatoio, percorresti quel corridoio lastricato d’acqua che, gocciolando da tubature del soffitto, aveva creato un ‘tappeto’ di condensa talmente scivolosa da farti perdere l’equilibrio e cadere, battendo la testa.
È trascorso un anno e noi siamo ancora qui, ben consapevoli anche di quel che è accaduto quel maledetto pomeriggio del 2 febbraio nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso.
Sono in corso delle indagini giudiziarie per dare un senso, una spiegazione, una verità processuale, circa i quattro giorni di degenza ospedaliera, dove ci era stato solo ripetuto di stare calmi, perché sarebbe andato tutto bene.
Di fatto non è andato bene niente.
A noi è rimasto un vuoto che oltre ad essere colmo di dolore, è pieno di domande, riflessioni, ragionamenti su cosa DOVEVA essere fatto e cosa non DOVEVA essere fatto.
Quello che temiamo di più è che la realtà processuale potrebbe non corrispondere alla realtà dei fatti e che eventuali responsabili rimangano impuniti.
Ma noi, sappi, non ci stancheremo mai di andare alla ricerca della verità assoluta e di gridarla al mondo”.
Giovanni, Federica, Ilaria

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