Da lunedì i 22 alunni di Lupara che frequentano l’istituto comprensivo di Casalenda non andranno più a scuola. L’eclatante protesta è stata annunciata dai genitori dei ragazzi che, in assenza del servizio del trasporto scolastico, si vedono «costretti a non poter più garantire l’assolvimento dell’obbligo scolastico e la conseguente prosecuzione delle attività didattiche da parte dei nostri figli.
Dopo i ripetuti solleciti alle Autorità competenti – si legge nella nota inviata anche alla Prefettura, alla Regione, all’Ufficio scolastico regionale e al Miur – nessuna soluzione idonea a garantire il trasporto pubblico scolastico e la sicurezza dei bambini e dei ragazzi è stata posta in essere.
Va premesso che, sin dall’apertura delle scuole in Molise, noi genitori siamo stati costretti ad accompagnare sia per l’entrata che per l’uscita da scuola, ognuno con il proprio autoveicolo, i 22 bambini e ragazzi frequentanti le scuole a causa della mancanza di uno scuolabus predisposto.
Considerate insormontabili le innumerevoli difficoltà che derivano dal percorrere due volte al giorno in orario lavorativo il tratto di strada Lupara – Casacalenda da parte di ciascun genitore per nucleo familiare, a due settimane dall’inizio delle attività didattiche, si è reso ormai impossibile poter continuare ad assicurare la frequentazione della scuola da parte degli alunni che da lunedì non potranno più recarsi a scuola per assenza di idoneo trasporto.
A causa dell’emergenza sanitaria in atto e del diffondersi della pandemia da Covid in qualità di genitori, infatti, non possiamo acconsentire che i nostri figli, per raggiungere la scuola, usufruiscano di autobus di linea pubblica affollati e frequentati da numerosi lavoratori, peraltro in servizio presso fabbriche ed ospedali, mettendo così a repentaglio la loro salute e quella degli altri compagni di classe.
I servizi di trasporto scolastico attualmente garantiti restano, infatti, soltanto quelli pubblici per i quali non è possibile rispettare le nuove linee guida in materia di trasporto scolastico di cui al nuovo Dcpm del 7 settembre 2020.
Per il principio di sussidiarietà verticale il compito di garantire il trasporto scolastico, grazie al quale il diritto all’istruzione si realizza, è demandato agli Enti locali, i quali, in particolare i Comuni, essendo “più vicini” ai cittadini potranno meglio controllare la qualità dei servizi e i relativi costi. Tuttavia, laddove i Comuni stessi non siano in grado di garantire con i propri bilanci – come nel caso di specie – il livello delle prestazioni minime essenziali, l’obbligo e la competenza ricadono sulle Autorità verticalmente superiori.
Estenuati dai continui rimbalzi tra una pubblica amministrazione e l’altra, non possiamo che rivolgerci alle Autorità competenti cui l’obbligo di assicurare il diritto all’istruzione e dunque il servizio di trasporto scolastico degli alunni ricadono.
Si è resa di assoluta urgenza la dotazione di uno scuolabus che possa assicurare il trasporto in sicurezza e nel rispetto delle nuove norme di contenimento della pandemia da Covid-19 di ventidue alunni.
In assenza di un riscontro positivo, qualora si rappresentassero ulteriori dinieghi di competenza, ci vedremo costretti ad adire le sedi giudiziarie competenti non risparmiando un interpello presso la stessa Corte Europea di Giustizia che più volte si è espressa in merito.
Crediamo fermamente che negare il diritto all’istruzione ai bambini ed ai ragazzi, estromettendoli dalla vita scolastica, o peggio mettendoli in seria condizione di pericolo sanitario, sia il più grave crimine di cui uno Stato Civile possa macchiarsi».
Restiamo in attesa di un celere riscontro che impedisca il protrarsi della sospensione delle attività didattiche».

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