Il convitto ‘Mario Pagano’ si trova nel cuore della città, in un punto nevralgico e ricco di negozi e istituti di credito (nei pressi ci sono la Banca d’Italia e il Banco di Napoli) dotati di telecamere di sorveglianza. Immagini che sono la chiave di volta per acciuffare il piromane che ha dato fuoco allo storico istituto. Da ieri sono al vaglio dei Carabinieri . Il ragazzo ‘dal cappuccio’, dunque, ha le ore contate.

L’incendio del ‘Pagano’ ha innescato un vivace dibattito (soprattutto sui social) tra i campobassani, molti preoccupati del graduale e inarrestabile declino del capoluogo, sempre più insicuro a causa di una microcriminalità che sta man mano prendendo piede. Prevedere un sistema integrato e funzionale di videocamere: questa la richiesta che arriva da tanti. Lo prevedeva, del resto, il ‘Patto per la sicurezza’ firmato circa un anno fa: era il 13 febbraio 2015 quando l’allora vice ministro degli Interni Filippo Bubbico venne in Molise per sottoscrivere l’intesa con la Regione e numerose amministrazioni locali, tra cui il Comune di Campobasso. Quel progetto, però, si è improvvisamente impantanato. Accelerare sui tempi e sulla sua realizzazione è l’appello che lancia al governatore Paolo di Laura Frattura il consigliere delegato alla mobilità di Palazzo San Giorgio, Lello Bucci: “Al di là delle motivazioni che hanno portato a tale atto delinquenziale, occorre prendere coscienza che anche Campobasso non è più l’isola felice di un tempo. Bisogna fare i conti con eventi malavitosi che ormai si affacciano con sempre più frequenza nella nostra città. Tuttavia quello che fa rabbia è che il Comune di Campobasso ormai  da oltre un anno ha siglato con Prefettura, Regione e forze dell’ordine un ‘patto per la sicurezza’ per aumentare la sorveglianza  in città tramite l’installazione di 140 telecamere. Il progetto rientrante nel programma regionale per la videosorveglianza è stato presentato dall’amministrazione comunale in Regione. Purtroppo come tante altre iniziative, il progetto giace inspiegabilmente da quasi  un anno presso chissà quale ufficio o assessorato regionale. Il tutto si intende dopo aver utilizzato denaro pubblico per affidarne la progettazione”.

Un Commento

  1. Maria Luisa Amato scrive:

    Fossero le telecamere la soluzione ai mali di Campobasso! Occorre una seria rivoluzione culturale che ci traghetti verso l’attenzione all’altro, al decoro e alla vivibilità della nostra città. Se non capiamo questo, se pensiamo che scansare i ciottoli del sentiero in stile Don Abbondio ci metta al riparo da tutti i mali, siamo sulla strada del baratro. Poi, però, non chiediamoci il perché!

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