Fin dove può arrivare la cattiveria umana nei confronti degli animali? È presto detto: rinchiudere dei cuccioli in un sacco dell’immondizia e abbandonarli in un cassonetto, investire un animale per strada e non prestargli soccorso. O, peggio ancora, impiccare il proprio cane ad un albero e vederlo soffocare fin quando non si è certi che abbia esalato l’ultimo respiro. È quanto accaduto in Molise, nelle campagne di Bojano, due anni fa.
«Forse non tutti ricordano la storia di quel povero cane impiccato, forse è anche meglio così – scrivevano ieri i volontari dell’Apac sulla pagina social dell’associazione -. Vedere quel video ci ha lacerato il cuore ogni volta, ma questa volta non è caduto tutto nel dimenticatoio, anche se probabilmente il colpevole non farà un giorno di galera, è un piccolo passo avanti verso un Paese più civile e rispettoso nei confronti degli animali».
All’epoca dei fatti le immagini di quell’orribile crimine furono inviate ad un’emittente locale in forma anonima e poi trasmesse in tv. Il caso scatenò reazioni di rabbia e indignazione tra i cittadini tant’è che anche l’Apac, una delle associazioni più attive sul territorio in materia di tutela e protezione animale (il caso di Peppino ne è un esempio ndr), decise di intervenire e di presentare formale denuncia in Procura. Dopo le prime indagini gli inquirenti sono riusciti ben presto a rintracciare il ‘mostro’ ma di fronte a quelle immagini eloquenti l’uomo ha deciso di optare per il patteggiamento. Ieri mattina, in tribunale a Campobasso, si è tenuta la prima udienza. Lui, un ultrasettantenne, appassionato di caccia e tartufi e proprietario di altri cani, non si è nemmeno presentato in aula.
Presenti, invece, alcuni dei volontari, primo fra tutti Roberto Colonna che ha seguito personalmente la vicenda, insieme al legale dell’associazione, l’avvocato Maria Mandato: «Di solito queste denunce vengono archiviate – spiega l’avvocato -. La vittoria di oggi è stata quella di aver portato per la prima volta un caso come questo in tribunale e di aver così creato un precedente su reati analoghi».
L’uomo infatti è incensurato e avendo richiesto il patteggiamento non sconterà alcuna pena in carcere. Gli hanno concesso la sospensione condizionale e, salvo imprevisti, dovrà solo pagare le spese legali all’associazione che si è costituita parte civile e porterà avanti la causa.
«Purtroppo – spiega la volontaria dell’Apac, Marialaura Ricciardi – azioni simili fanno parte di una cultura diffusa soprattutto tra la popolazione più anziana capace di ‘far fuori’ gli animali arrivando anche a compiere atti come questi. Azioni simili sono terribili e assolutamente da perseguire. Ma già il fatto che qualcuno abbia ripreso la vicenda, che ci sia stata un denuncia e che la storia abbia avuto un seguito, è una gran cosa. Spero che questa vicenda funga da esempio per tutti coloro che vogliono denunciare maltrattamenti e uccisioni di animali che, purtroppo, nella nostra terra sono ancora molto diffusi». Nel corso dell’udienza il legale dell’uomo ha chiesto che il suo assistito potesse svolgere ore di volontariato presso l’associazione. Richiesta, però, ‘bocciata’ dal magistrato.

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