Quell’inconfondibile aria di festa. La musica delle bancarelle in sottofondo. La folla, la ricerca del ‘posto perfetto’, l’allegria e il caldo che, in quel particolare giorno dell’anno, chissà perché, sembra essere più intenso. Poi all’improvviso un suono familiare: le note del Mosè di Rossini che a poco a poco si avvicinano toccando le corde del cuore di ogni spettatore. Infine il passaggio dei 13 Ingegni e l’esplosione di gioia negli occhi di grandi e piccini tra migliaia di applausi e una sentita commozione. Tutto questo e molto altro è il Corpus Domini di Campobasso: una festa radicata nel cuore di ogni cittadino.
Ieri mattina, per le vie del centro, la nostalgia per l’assenza delle celebrazioni era quasi palpabile. In molti, anche sui social, hanno dedicato un pensiero, un post o una foto all’evento clou dell’estate campobassana. Un ricordo come spettatore, partecipante e, come nel caso dell’associazione Misteri e tradizioni, protagonista.
Ma il coronavirus non è riuscito a spazzare via l’amore per la tradizione. Ieri la versione ‘alternativa’ del Corpus domini si è aperta con un evento dedicato ai più piccoli.
Davanti al Comune, infatti, i bambini della scuola dell’infanzia dell’istituto Jovine di Campobasso, accompagnati dalle maestre, hanno consegnato i loro lavori sui Misteri al sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, all’’assessore all’Istruzione Luca Praitano, all’assessore alla Cultura, Paola Felice, e al presidente dell’associazione Misteri e Tradizioni, Liberato Teberino.
Un momento di condivisione e di promozione di una delle più belle tradizioni della nostra città, vista attraverso gli occhi delle nuove generazioni.
«In quest’anno particolare e segnato da un misterioso virus – le parole delle maestre – la suggestiva manifestazione del Corpus Domini non poteva non svolgersi! Abbiamo vissuto paure, incertezze e timori che hanno sconvolto le nostre vite, le nostre scuole, le nostre famiglie e perdere anche la sfilata dei Misteri sarebbe troppo! Ci piace pensare ad un legame tra i Misteri di secoli fa, nati per insegnare alla popolazione, tramite sacre rappresentazioni, la vita dei Santi e i dogmi della religione Cattolica, e i media odierni che, novelli Misteri, ci informano sulle scoperte che gli scienziati fanno sul coronavirus e sul modo di combatterlo.
Noi insegnanti al suono della parola “mistero”, associata al coronavirus, siamo andate, metaforicamente, alle immagini dei Misteri di Campobasso – raccontano -; da lì è nata l’idea di come permettere ai bambini di salire sui Misteri da protagonisti. Questo per dire che proprio i bambini sono stati la volontà, il motore, il propulsore che non ci fa perdere quest’anno la sfilata degli ingegni; anche loro, seppur bambini, appartengono alla città, alla sua tradizione più sentita ed ecco il perché siamo qui oggi.
I Misteri, non potevano non sfilare! Per i bambini è una cosa inconcepibile (e francamente anche per noi campobassani!). Ed ecco l’idea di farli sfilare in modo originale con loro come figuranti, con loro protagonisti: sono angeli, diavoli, santi che idealmente, volano e ci guardano dall’alto. Siamo certe – aggiungono – che noi spettatori abbiamo nella testa la musica di Rossini! In questo modo i bambini hanno vinto la paura del vuoto, di essere sospesi e di potersi sentir male.
Tutti noi campobassani sappiamo quanto siano ambìti i posti di figuranti e i bambini, che sono stati costretti ad una lunga segregazione forzata, hanno visto ripagato il loro sacrificio salendo tutti insieme. Inoltre, i bambini, grandi “maestri”, fuori dalla scuola hanno applicato uno dei nostri insegnamenti principe, l’inclusione: in una bellissima giornata di festa siamo tutti amici!
La sfilata, inoltre – concludono – , serve ad esorcizzare la paura del “mistero” coronavirus: lui è uno, Campobasso ne ha 13: non possiamo perdere! Sarà sconfitto ed andrà tutto bene!».
A seguito della consegna dei lavori, gli esponenti di Palazzo San Giorgio si sono poi diretti al museo di via Trento per rivivere con l’associazione e la famiglia Teberino un ‘ridimensionato’ ma comunque coinvolgente momento di festa.
Neanche stavolta il sindaco Gravina ha potuto sottrarsi alle ‘tentazioni’ dei diavoli che, armati di tinta nera, hanno ‘segnato’, come da tradizione, il suo volto tra urla e sfottò. All’interno del museo, aperto al pubblico nel rispetto delle misure anti Covid, Ingegni spogli e un silenzio assordante difficile da ignorare. Soprattutto per i portatori, i caposquadra, gli angioletti e i diavoletti che ogni anno riempiono la sala di sorrisi e allegria in quei frenetici istanti che precedono l’uscita dei Misteri.
Ma il 2020, forse, non resterà ‘orfano’ della sfilata. Il sindaco, infatti, in un’intervista rilasciata ai microfoni di Teleregione, lascia aperto uno spiraglio per la manifestazione che, Covid permettendo, potrebbe essere riproposta a settembre.
Resta accesa, dunque, la speranza di tornare presto a stupirci, a divertirci e ad emozionarci con la magia dei Misteri, un evento che guarda al passato strizzando sempre l’occhio al futuro.
Intanto ieri pomeriggio spazio anche alle celebrazioni religiose dedicate al Corpus domini. Nel piazzale dell’ospedale Cardarelli si è tenuta, infatti, la messa all’aperto celebrata dal vescovo Bregantini. Un momento di preghiera e fede per dire ancora una volta grazie a chi è sceso in prima linea nella lotta contro il virus.

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