Proseguono le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Pescara per risalire all’identità dei ragazzi, per altro giovanissimi, che hanno aggredito un molisano di 25 anni che venerdì scorso stava passeggiando mano nella mano con il suo compagno. Il giovane è stato brutalmente pestato ed ha riportato la frattura della mandibola, con una prognosi di 30 giorni. I militari hanno acquisito i filmanti delle telecamere di sorveglianza ed hanno raccolto già numerosi elementi sugli aggressori: uno di loro ha un tatuaggio sul collo a forma di bocca. Un’aggressione omofoba che ha fatto il giro dei media nazionali, avvenuta per altro, proprio durante il weekend del Pride.
Intanto il ragazzo, ricoverato all’ospedale di Pescara dove ha subito un intervento per ridurre la frattura, intervistato dal Corriere della Sera ha raccontato della sua aggressione dicendo di «provare pena per questi ragazzi che non hanno avuto la fortuna di crescere in un ambiente come quello in cui sono cresciuto io, il loro disagio quotidiano si riflette nelle azioni che hanno compiuto giovedì sera, peraltro proprio durante gli eventi dell’Abruzzo Pride. È evidente, e quello che mi è successo ne è una dimostrazione, che le aggressioni di stampo omofobo continuano a esserci e questo dovrebbe farci riflettere ulteriormente proprio ora che sta partendo l’iter per la legge contro l’omofobia».
Anche l’Arcigay Molise ha voluto esprimere la sua vicinanza alla coppia: «Apprendiamo con sconcerto e preoccupazione l’ennesimo atto omofobo avvenuto proprio a Pescara, nei giorni del primo Abruzzo Pride.
Nella notte tra giovedì 25 e venerdì 26 giugno un ragazzo 25enne è stato brutalmente pestato a sangue da alcuni adolescenti in pieno centro a Pescara, tra cui una ragazza, dopo essere stato visto passeggiare nei pressi della Nave di Cascella mano nella mano con il suo compagno.
Prima hanno iniziato ad offenderlo verbalmente, poi sono passati all’aggressione fisica, un pugno in pieno volto, in seguito al quale il ragazzo è caduto a terra, fortunatamente senza perdere conoscenza.
Sono seguiti altri pugni e calci, ricevuti anche da alcuni passanti intervenuti per bloccare la violenta aggressione.
Al giovane è stata riscontrata la frattura della mandibola ed è stato necessario un intervento chirurgico per ricostruirla.
Secondo quanto riportato dai giovani ragazzi e dalle testimonianza dei passanti, gli artefici della brutale aggressione omofoba sarebbero dei ragazzini giovanissimi e dallo spiccato accento pescarese.
Il 25enne è stato uno studente fuori sede dell’Università “G. d’Annunzio”, venuto a Pescara per incontrare il suo ragazzo, pescarese.
Il sindaco del capoluogo adriatico Carlo Masci descrive da diversi giorni Pescara come una città libera e aperta, eppure questa è la seconda volta in cui avviene un episodio omofobo, in una settimana, nella sua città, proprio durante la Pride Week del primo Abruzzo Pride.
A ciò vogliamo aggiungere tutte le offese verbali ricevute dai volontari e dalle volontarie dell’Arcigay Chieti e Mazì nell’apprestarsi a raggiungere il luogo del Flash Mob finale, ossia l’aerea della Madonnina del Porto, passeggiando lungomare.
Ai due ragazzi mandiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza.
Come associazioni Arcigay offriamo loro disponibilità a livello legale e psicologico rispondendo altresì all’appello lanciato dal ragazzo aggredito come Arcigay Chieti e Mazì – Pescara, affiliata Arcigay, le quali continueranno il loro operato costante nell’educazione al rispetto e all’accoglienza nonché nel contrasto all’omo-lesbo-bi-transfobia.
A Pescara c’è ancora molto lavoro da fare e purtroppo questo ennesimo triste ed inaccettabile caso lo dimostra».
La presidente dell’Arcigay Luce Visco, a seguito dello sconcertate episodio, ha di nuovo sollecitato un intervento concreto della politica, con misure più severe che tutelino le vittime della discriminazione e dell’omofobia: «Torniamo a chiedere, come avvenuto già nel corso del Molise Pride 2019, una legge seria ed efficace, sia a livello regionale che a livello nazionale».
Un appello raccolto dal deputato del Movimento 5 Stelle Antonio Federico: «Una vergogna – ha commentato l’episodio su Facebook – la mia solidarietà alla coppia di giovani e l’impegno di tutto il Parlamento a concludere presto l’iter di approvazione della legge contro l’omotransfobia».

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