Bufera a Campobasso per l’episodio razzista registrato giovedì scorso su un autobus cittadino. Vittima un bambino straniero di 10 anni, ammonito pesantemente dall’autista perché, una volta salito a bordo, aveva dimenticato di indossare il dispositivo di protezione. «Mettiti la mascherina, negro», la frase discriminatoria che avrebbe pronunciato il dipendente della Seac. La vicenda – riportata dal giornale online Primonumero a cui si è rivolta la madre del piccolo – ha suscitato rabbia e indignazione in città.
Secondo il racconto della signora, il figlio, che frequenta le scuole medie all’istituto Montini, giovedì mattina è salito sull’autobus alla fermata di via XXIV Maggio. Aveva la mascherina al polso, ma ha dimenticato di indossarla, pur essendo obbligatoria su tutti i mezzi pubblici. A quel punto l’autista avrebbe pronunciato la frase razzista che ha turbato e umiliato pesantemente il piccolo.
L’amministrazione comunale guidata da Roberto Gravina ha immediatamente chiesto lumi alla Seac che, come confermato dal numero uno Costantino Potena, ha avviato una indagine interna per accertare i fatti e capire se l’autista di turno sulla linea “Colle dell’Orso” abbia davvero utilizzato toni discriminatori e razzisti.
Lo stesso sindaco Gravina ha condannato in maniera ferma l’episodio: «Inutile dire che il fatto, qualora venisse accertato definitivamente, è estremamente grave. Intanto, attendiamo che la Seac proceda nella sua indagine affinché si possa far luce compiutamente sull’accaduto e vengano adottati tutti i provvedimenti del caso nei confronti degli eventuali responsabili.
In una giornata come questa (ieri, ndr) – ha aggiunto Gravina – nella quale abbiamo presentato in Comune il Progetto Prism, pensato e ideato proprio grazie alla rete sociale territoriale che ha sempre mostrato la sua forte capacità di integrazione e coesione, qualora la notizia delle offese razziste rivolte a un bambino venisse confermata dall’indagine interna dell’azienda, ci troveremmo di fronte ad una storia che stona in modo pesante con ciò che la nostra città è, ovvero una città antirazzista ieri, oggi e sempre».
Sulla vicenda, infine, è intervenuta anche l’Ugl attraverso il suo segretario Nicolino Libertone: «Come sindacato condanniamo ogni episodio razzista – ha premesso il sindacalista – ma conoscendo i miei colleghi escludo categoricamente che uno di loro abbia mai potuto pronunciare una frase del genere. Noi tutti abbiamo un codice etico che siamo tenuti a rispettare, pena il licenziamento. Ma al di là delle sanzioni, gli autisti che lavorano in città non si sono mai resi protagonisti di episodi del genere».

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