La lotta è ormai serrata e da diverse settimane a questa parte emergono sempre più irregolarità su fronte del reddito di cittadinanza. Gli ultimi ‘furbetti’, in ordine di tempo, sono stati scoperto dalla Polizia di Stato di Campobasso al termine di un’articolata attività d’indagine.
Sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Campobasso tre cittadini per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, omettendo di dichiarare alcune variazioni intervenute nella propria posizione soggettiva successivamente al riconoscimento del diritto alla percezione del sussidio. I denunciati sono stati immediatamente segnalati anche all’Inps per la sospensione o decadenza dall’erogazione del reddito ed il conseguente recupero di quanto indebitamente percepito.
L’attività di indagine condotta dal personale della Digos ha permesso di evitare ulteriori ammanchi per le finanze pubbliche per le mensilità che i suddetti cittadini avrebbero potuto ulteriormente percepire senza averne diritto.
I responsabili sono due donne ed un uomo, rispettivamente di 45, 27 e 47 anni. La prima, una cittadina rumena residente a Campobasso, ha omesso di comunicare all’Inps entro il termine normativamente previsto di 15 giorni, l’acquisto di un’autovettura di prima immatricolazione del valore di 15.500 euro; l’altra donna denunciata, residente a Bojano, ha omesso di comunicare all’Inps lo stato di detenzione in carcere di un proprio familiare convivente, non consentendo all’ufficio erogante di rideterminare la somma dovuta e continuando così a percepire il reddito in misura maggiore rispetto a quanto effettivamente le spettasse.
L’uomo, invece, un giovane campobassano, ha omesso di segnalare all’Inps, entro il previsto termine di due mesi, il proprio stato di detenzione in carcere cui era stato sottoposto in quanto responsabile di reati di furto aggravato e resistenza a Pubblico Ufficiale, stato che avrebbe rappresentato, se regolarmente comunicato, motivo ostativo alla percezione del sussidio.
L’attività svolta, evidenzia l’impegno in prima linea della Polizia di Stato nel perseguire coloro accedono indebitamente a prestazioni assistenziali erogate dallo Stato, sottraendo importanti risorse economiche destinate a persone e famiglie che si trovano realmente in condizioni di bisogno.

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