Ha trascorso quasi un mese al San Salvatore dell’Aquila e ieri pomeriggio è tornato a Rionero Sannitico, il suo paese, lo chef 60enne che lo scorso mese di marzo ha contratto il coronavirus. I due tamponi eseguiti negli ultimi giorni sono risultati negativi ed è stato dimesso dall’ospedale abruzzese, dove era stato ricoverato a metà marzo. Quel giorno era giunto al Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Castel di Sangro, presentando sintomi che parevano compatibili con il Covid-19 e, per questo venne trasferito a L’Aquila. Il primo tampone risultò negativo, ma poi il secondo accertò la presenza dell’infezione.
«I primi sei giorni sono stati i peggiori – ha affermato -. Ma non sono mai stato lasciato solo. Medici e infermieri del reparto Covid allestito nell’ospedale del G8 sono stati degli angeli: professionali, sempre disponibili e dotati di un grande senso di umanità. E questo nonostante l’emergenza che stanno fronteggiando». Come per tutti i pazienti Covid, uno degli aspetti più drammatici è il dover affrontare la battaglia da soli, distanti dagli affetti. «Sono stato quasi un mese senza poter stare insieme alla mia famiglia – ha detto ancora lo chef -, per fortuna la tecnologia ci è stata di aiuto. Piano piano ho cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel e oggi tornare a casa è il momento più bello. Voglio ringraziare l’intera comunità di Rionero Sannitico, che in queste settimane non mi ha fatto mai mancare il suo affetto e la sua vicinanza. Un grazie particolare vorrei rivolgerlo al dottor Ferdinando Carmosino, al sindaco Palmerino D’Amico e ai titolari dell’hotel Pablo».
Come prevede il protocollo, anche il 60enne di Rionero, dovrà rimanere in isolamento altre due settimane, che trascorrerà in una struttura ricettiva messa a disposizione in questa fase di emergenza.
Deborah Di Vincenzo

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