Concessi gli arresti domiciliari a Camillo Colella, patron delle acque minerali, ristretto al carcere di Isernia fin dal giorno del suo arresto, il 27 gennaio scorso.
«Con estremo ed ingiustificato ritardo – commentano i suoi legali, gli avvocati Alessandro Diddi e Pier Gerardo Santoro – finalmente il tribunale di Roma ha preso atto della abnormità della vicenda subita da Camillo Colella e ha disposto, su richiesta della difesa, un periodo di arresti domiciliari, in attesa della ulteriore attenuazione anche di questa misura cautelare. Adesso finalmente inizierà il processo che si potrà affrontare con la dovuta serenità per dimostrare l’insussistenza di tutte le contestazioni».
L’imprenditore isernino, accusato di bancarotta fraudolenta, è stato arrestato dal Nucleo di polizia economico-finanziario della Guardia di finanza di Roma.
Al centro dell’inchiesta che lo ha portato in cella, il fallimento della immobiliare Como srl – dichiarato nel giugno del 2019 – e il presunto passaggio di beni dalla stessa società ad altre orbitanti nella galassia imprenditoriale di patron Colella con lo scopo di sottrarli al fisco.
Tesi questa che l’imprenditore isernino e i suoi legali hanno sempre confutato, fin dall’immediatezza: quel fallimento, sostengono, risulta impugnato con un ricorso in Cassazione, tutt’ora pendente. Nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta bancarotta fraudolenta, a fine gennaio è stato disposto anche il sequestro diretto e per equivalente nei confronti delle società riconducibili all’imprenditore isernino per 71 milioni 283mila 857 euro. Tra i beni coinvolti dal sequestro, la Colella holding srl, la Farmes sas e la Roma Resort srl.

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