Salgono a sei i casi di positività al Covid a Isernia. Come confermato dal sindaco Giacomo d’Apollonio, è risultato positivo al tampone nelle ultime ore un 60enne rientrato dal Nord nelle scorse settimane, dove era stato per lavoro. «Al suo ritorno si era autodenunciato – ha assicurato d’Apollonio – e da allora è in isolamento».
Intanto sono attesi nelle prossime ore i risultati dei 36 tamponi a cui ieri mattina si sono sottoposti i sanitari del ‘Veneziale’ entrati in contatto con il medico del Pronto Soccorso che, l’altra sera, è risultato positivo al tampone del coronavirus a cui si era sottoposto. Il risultato è arrivato intorno alle ore 20.30 e il primario del reparto di Emergenza Lucio Pastore ha attivato la procedura prevista, mandando a casa il collega e informando l’azienda sanitaria. Poi, nell’immediatezza del fatto, ha chiesto e ottenuto la sanificazione dei locali della struttura, per poter continuare a lavorare in sicurezza. Il medico – come noto – nei giorni scorsi si era recato in una casa di cura del beneventano, dove era ricoverata la madre e dove erano stati già segnalati alcuni casi. Anche la donna è risultata positiva. Sia lei sia il figlio stanno bene. Ma l’episodio ha generato una serie di interrogativi, ai quali il primario ha fornito risposte. «Il problema è dovuto dal ritardo nella risposta del tampone. Doveva montare alle 20:00. Alle 20:30 ho avuto questa risposta. L’ho mandato via e ho evitato che continuasse il lavoro. Comunque la possibilità di contagio è minima, lavoriamo con diverse protezioni, compresa la doppia mascherina. Sono precauzioni utili per noi e per i pazienti». I locali del pronto soccorso sono stati dunque sanificati e sono stati disposti i tamponi per tutto il personale. Al momento nessuno presenta sintomi sospetti, quindi per il primario la situazione appare sotto controllo. «Noi – ha detto in merito – abbiamo seguito tutte procedure richieste e per questo il rischio di contaminazione è basso. Quando entriamo in contatto con caso covid sicuro le protezioni vengono ulteriormente aumentate. Quello che è avvenuto viene dall’esterno. Non dipende dalla volontà della struttura, ma neanche dall’operatore sanitario. Si è trovato a entrare in contatto con una realtà in cui si era generato un focolaio. Premetto – ha aggiunto – che il medico ha residenza in Campania e la madre è ricoverata in Campania. Riferisce di aver avuto dei contatti con lei per portare biancheria e medicine. Da quanto ci è stato riferito questo contatto stretto apparentemente non dovrebbe esserci stato. Noi dobbiamo proteggere la popolazione: si farà l’indagine epidemiologica per capire chi sono i pazienti che hanno avuto contatti con il sanitario. Verranno avvertiti e saranno seguiti». Contattato telefonicamente, il medico del Pronto Soccorso di Isernia risultato positivo al coronavirus ha tenuto a precisare che sul suo conto sono state dette e scritte molte inesattezze soprattutto sui social. Ha infatti chiarito di non essere affatto andato in giro mettendo a rischio la sua salute e quella degli altri. Si era recato nei giorni scorsi in una casa di cura beneventana per riprendere sua madre, perché erano state disposte le dimissioni dei pazienti che non presentavano sintomi ed era lui l’unico congiunto che poteva andare a riprenderla. «Sono stato convocato – ha riferito – e quando sono arrivato è scattato il blitz delle forze dell’ordine, che hanno imposto a tutti i pazienti di sottoporsi al tampone». Il medico è stato informato domenica del fatto che la madre era risultata positiva e si è attivato per informare i suoi superiori. «Sono – ha detto – una vittima del sistema».

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