Ripartenza ‘sicura’ e nel pieno rispetto delle regole, perché l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus è ancora in atto. In questi giorni a Isernia, come nel resto d’Italia, si è animato il dibattito riguardo gli assembramenti e la mancanza del previsto distanziamento, soprattutto nei pressi dei locali pubblici. Tant’è che il sindaco Giacomo d’Apollonio si è visto costretto a lanciare l’ennesimo appello alla popolazione affinché ci sia maggiore autocontrollo e buon senso. Perché altrimenti l’unica soluzione sarà quella di adottare nuove restrizioni. «Se le normali regole di profilassi dovessero essere ancora violate – ha infatti affermato -, potrei a malincuore valutare di intervenire con ordinanze di riduzione degli orari di apertura degli esercizi di somministrazione, oppure con l’interdizione dell’uso degli spazi esterni di tali attività».
Ma cosa ne pensano i titolari delle attività? «Gli esercenti – ha affermato Laura Di Sandro del bar Manhattan – sono responsabili per quel che concerne il porre in essere tutte le misure previste, per il resto ognuno deve sentirsi responsabile e collaborare per scongiurare la possibilità di un ritorno alla ‘fase 1’».
Così come ha evidenziato il primo cittadino è necessario rispetto nei confronti dei commercianti della città, che in questi ultimi mesi, hanno duramente subito la crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria, e con grande sacrificio e impegno finanziario hanno riaperto l’attività. «Ci appelliamo – ha detto in merito il titolare del bar Risorgimento Patrizio Lancellotta – al buon senso dei nostri clienti. Noi ci siamo adeguati alla normativa vigente, adottando tutte le misure previste».
«Le piazze, soprattutto nel centro storico, sono ampie – ha evidenziato Diego Lombardi del Klés Five -. I locali si sono adeguati alle regole anche per quel che concerne il servizio ai tavoli all’esterno. Ci sono persone che non sono clienti e che si assembrano nei pressi dei locali e degli spazi verdi pubblici. Spero che già nel fine settimana ci siano più controlli per evitare tutto questo.
Il problema maggiore in tal senso è rappresentato dai ragazzi di 16-18 anni che, a quanto pare, non sembrano aver capito qual è il giusto comportamento da tenere in questa fase».
«Capisco che ora c’è il problema dell’assembramento – ha sottolineato invece Pasquale Lanzilli dell’Holzhaus -. I controlli all’interno dei locali sono costanti e minuziosi, si sta facendo un lavoro enorme. Serve maggiore buon senso e anche i nostri clienti dovranno imparare a capire che, ancora per un po’ di tempo, ci sono cose che non si possono fare. Ci serve però il tempo di organizzarci. Serve buon senso da parte di tutti, perché una situazione difficile rischia di diventare drammatica». Il fatto evidenziato da molti è che all’interno dei locali il problema dell’assembramento si può gestire «ma – ha spiegato Massimiliano Antenucci del bar Centrale – fuori dalle attività non possiamo essere noi a gestire situazioni di questo tipo. Il compito spetta alle forze dell’ordine». «La responsabilità è in parte nostra – ha detto infine Luca Testa del Caffè del Municipio -, ma noi stiamo facendo davvero di tutto per evitare assembramenti, disponendo ingressi contingentati, ma non possiamo però sorvegliare l’esterno del locale, perché è impossibile tenere tutti sotto controllo. In ogni caso l’impegno da parte nostra – ha concluso – è massimo».

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