«Non è un concorso di bellezza, viene premiata la città che riesce a sviluppare il progetto culturale più coinvolgente, più aperto, innovativo e trasversale» disse il ministro Franceschini lanciando le selezioni per il titolo di Capitale italiana della cultura per il 2022. Titolo istituito dalla legge Art Bonus sulla scia della vasta e virtuosa partecipazione di diverse realtà italiane al processo di selezione per individuare la Capitale europea della cultura. «In tutte le sue edizioni – rimarcò il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo – la Capitale della cultura ha innescato meccanismi virtuosi tra le realtà economiche e sociali dei territori». Una sfida raccolta anche da Isernia ma quel sogno ieri si è infranto con la comunicazione delle dieci città finaliste scelte dalla giuria tra le 28 preselezionate tra quelle che avevano risposto al bando. E Isernia non c’è. Come è noto alla città vincitrice verrà assegnato un contributo da un milione di euro e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità. Le dieci città finaliste sono Ancona (progetto Ancona. La cultura tra l’altro); Bari (Bari 2022 Capitale italiana della cultura); Cerveteri (Cerveteri 2022. Alle origini del futuro); L’Aquila (AQ2022, La cultura lascia il segno); Pieve di Soligo (Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana); Procida (Procida Capitale italiana della cultura 2022); Taranto (Taranto e Grecia Salentina. La cultura cambia il clima); Trapani (Capitale italiana delle culture euro-mediterranee. Trapani crocevia di popoli e culture, approdi e policromie. Arte e cultura, vento di rigenerazione); Verbania (La cultura riflette. Verbania, Lago Maggiore) e Volterra (Volterra. Rigenerazione umana).

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