Pochissime rinunce all’inoculazione dell’Astrazeneca: cittadini che si affidano convintamente alla scienza, quindi, quelli più che soddisfatti dell’organizzazione impeccabile che si registra nel centro vaccinale del Presidio Misto Difesa che è al lavoro nei locali dell’Auditorium di Isernia. Il secondo centro vaccinale della città, nella struttura messa immediatamente a disposizione dall’amministrazione comunale dove, al momento, si registrano circa 140 vaccinazioni quotidiane ai cittadini di età compresa tra i 70 e i 79 anni.
Una squadra che funziona alla grande: quattro infermieri dei Carabinieri, coordinati dall’ufficiale medico dell’Arma Emilio Di Genova in servizio a Chieti. Il medico in quiescenza Michele Notario che si occupa di una delle fasi più rilevanti, quella dell’anamnesi. Perché è quello il momento in cui i cittadini in attesa del vaccino esprimono i propri dubbi, le paure e i timori. Ed è quello il momento in cui il medico valutatore deve verificare la correttezza della somministrazione in base alle patologie eventualmente presenti.
Tuttoi fila liscio nei locali ampi e spaziosi dell’Auditorium, l’organizzazione è svizzera: i cittadini in attesa del vaccino sono accolti in maniera contingentata, il distanziamento fisico è garantito, le somministrazioni avvengono in tre box che garantiscono la privacy e l’attesa di eventuali complicanze si compie in un altro spazio, in piena sicurezza. Nessun problema di code e di attesa, gli orari di convocazione vengono rispettati al minuto. E, dall’altra parte della scrivania, ci sono uomini in divisa, che sanno ascoltare e rassicurare i cittadini con sensibilità, attenzione, tatto e facendo leva sulla scienza.
«La fascia di età, 70-79 anni, è quella alla quale è stato assegnato Astrazeneca perché gli effetti collaterali sono sostanzialmente nulli – spiega con pacatezza il dottor Michele Notario, il medico valutatore della squadra in azione all’Auditorium -; a me spetta spiegare, rassicurare e valutare attentamente l’anamnesi del soggetto che deve essere vaccinato. Effettivamente ci sono tante perplessità, dovute alle infinite comunicazioni che sono state fatte ma devo dire che spiegando, rassicurando e valutando attentamente l’anamnesi, le adesioni sono soddisfacenti. Registriamo piccolissime percentuali di rifiuti oppure persone alle quali non può essere somministrato per incompatibilità con le le patologie di cui soffrono. Occorre spiegare e rassicurare le persone, c’è paura ma è causata dalla valanga delle comunicazioni». La scienza versus la paura, i timori. Ma i medici hanno fatto squadra, come racconta il dottor Notario ai microfoni di Teleregione. Con i colleghi di Campobasso hanno creato una chat su Whatsapp dove si confrontano circa le situazioni diverse che si possono paventare. «Una sorta di cabina di regia – spiega – ci sentiamo per valutare assieme le decisioni da assumere».
I cittadini si affidano alla scienza, dimostrando un grande senso di responsabilità. Lo racconta bene una isernina in attesa che venga somministrato il vaccino al marito. «Io sono stata già vaccinata, non ho avuto febbre ma qualche dolore. Ma io ne soffro da tempo, quindi nessun problema – spiega -. Qualche timore all’inizio l’ho avuto ma ora sono tranquilla. E poi – confida – anche in famiglia ne abbiamo parlato. E siamo arrivati tutti alla conclusione che vaccinarsi è importante».

Ressa al Veneziale, tutti in fila per ore: arrivano i Carabinieri

Lorenzo Lalli, cittadino di Isernia e presidente del centro sociale D’Acunto come specifica, è il testimone diretto della situazione caotica che si è registrata ieri al Veneziale, nonostante la grande disponibilità e attenzione del personale medico e sanitario.
«Sono rimasto assolutamente sconcertato per come stanno procedendo le vaccinazioni anti Covid presso l’ospedale Veneziale, dove mi sono recato il 12 aprile per ricevere la prima dose del vaccino, a seguito di prenotazione effettuata il giorno 7 aprile. Una marea di gente confusa e disordinata, che si accalcava all’ingresso del locale destinato agli ambulatori, dove c’era la piccola edicola dell’ospedale, tra gomitate e spintoni, in completo dispregio delle tante raccomandazioni sul distanziamento. Qui, nell’angusto e piccolo locale dell’ex edicola – scrive, in un racconto minuzioso e dettagliato il nostro ‘testimone oculare’ – una infermiera addetta al ricevimento delle carte e dei documenti di identificazione dei vaccinandi si affannava a districarsi tra le mille braccia che si protendevano per la consegna dei medesimi. Sola, l’infermiera, poverina, non riusciva a far fronte alle tante incombenze a lei affidate: identificare i vaccinandi, far firmare il modulo di accettazione e consenso al vaccino AstraZeneca, sostituire i modelli già compilati riguardanti i farmaci assunti, le patologie pregresse, l’anamnesi completa e altre informazioni utili, e portare il tutto volta per volta al sanitario addetto alla vaccinazione. Tutto questo tra un andirivieni continuo di gente che entrava e usciva dal grande salone prospiciente gli ambulatori. Sono intervenuti anche i Carabinieri, chiamati da qualcuno che rivendicava un po’ di ordine e di rispetto delle regole sulla sicurezza, per evitare contagi incontrollati e indiscriminati. Le lamentele e le proteste si susseguivano ininterrotte: si era giunti alle ore 18 del pomeriggio e si sentiva qualcuno che ripeteva, gridando: “Mi hanno convocato per le ore 14 e sono ancora qui, mia madre ha più di novanta anni!!!”. Qualcun altro mostrava il foglio dove aveva redatto il reclamo circa la sostituzione arbitraria del vaccino. “Mi hanno proposto due opzioni sul vaccino: Pfizer-BioNTech e Moderna, invece adesso mi prospettano AstraZeneca!!!”. Ma c’è da chiedersi: dove siamo? Nella repubblica di Pulcinella? Dicevano che dal 31 marzo erano aperte le prenotazioni on line per gli over 70 e invece non era vero niente, le prenotazioni sono iniziate dal 7 aprile. Faccio la prenotazione, per me e per mia moglie, faccio la stampa della ricevuta e di tutti gli allegati, ben 23 pagine, di cui peraltro la ventitreesima pagina vuota, per me e 23 per mia moglie, leggo e compilo diligentemente tutte le pagine, le porto in ospedale insieme alle cartelle cliniche per eventuali visure da parte dei medici. Dopo l’inoculazione e la permanenza di 15 minuti in sala d’aspetto, vengo congedato con un foglietto striminzito, non firmato, contenente la data dell’inoculazione della prima dose, il numero del lotto e la data consigliata per la seconda dose: 28 giugno 2021. Nel medesimo foglietto è detto anche: inserire il numero di lotto riportato sull’etichetta del flaconcino e posizionare l’etichetta adesiva prestampata del flaconcino. Il numero c’è ma non l’etichetta prestampata. E gli altri prospetti contenenti i nominativi dei “Professionisti sanitari dell’equipe vaccinale” (pag. 15), e i “Dettagli operativi della vaccinazione” (pag. 16) con la firma del Sanitario? E i componenti del vaccino AstraZeneca e le reazioni a cui può dar luogo il vaccino stesso (pag. 18-19)? L’incertezza e l’approssimazione regnano sovrane – commenta – nonostante il mio impegno puntuale e certosino a seguire le indicazioni, rispettare le regole e compilare le schede richieste. Tutta la solidarietà e l’apprezzamento sia per le forze dell’ordine che per il personale sanitario, che si sono sempre adoperati con dedizione e senza sconti, ma qui sono in gioco la vita e la sopravvivenza di persone anziane, fragili e vulnerabili, e non si possono accettare deroghe al rispetto dei protocolli sulla sicurezza che peraltro vengono sbandierati a destra e a manca. Qualcuno intervenga!!!».

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