«L’altra sera, mentre rientravo a casa dalla campagna, mi sono fermata a salutare alcuni amici. Ho commesso un errore e sono incorsa in una violazione amministrativa. Tengo solo a precisare che non stavo partecipando a nessuna festa. Bene hanno fatto i carabinieri ad effettuare i controlli e li ringrazio per il loro lavoro. Una leggerezza per la quale non cerco alibi. Pagherò la multa e chiedo scusa».
Lo ha scritto ieri sera la vicesindaca di Riccia Antonella Di Domenico sul suo profilo Facebook. Lo ha scritto al termine di una giornata in cui le indiscrezioni si sono rincorse tra smentite e mezze conferme.
La notizia circolava già da sabato: la vicesindaca, nonché assessora plenipotenziaria e “donna” di riferimento della consigliera regionale (e già sindaca) Micaela Fanelli è stata colta in fallo dai Carabinieri mentre festeggiava a casa di amici.
Lei, vice del sindaco che tra i primi ha avuto a che fare in Molise con la terribile esperienza del Covid, ha violato le norme che i suoi concittadini invece hanno osservato con grande diligenza.
Qualcuno, probabilmente avversari politici, ha anche ipotizzato chissà quali pressioni sugli organi inquirenti affinché il “fattaccio” non venisse reso pubblico. Ma si sa che le notizie prima o poi vengono a galla e spesso le pressioni, almeno nel campo dell’informazione, producono l’effetto contrario.
L’unica versione “certificata” – in attesa della nota stampa dei Carabinieri, che in Molise sono sempre solerti (e bene fanno) a rendere nota ogni azione degna di rilevanza (anche il sequestro di tre grammi di hashish) – è quella della vicesindaca, che seppur con notevole ritardo rispetto all’accaduto, parla di una leggerezza, afferma che pagherà la multa (e ci mancherebbe) e assicura che non stava partecipando a nessuna festa.
Credergli è un dovere (anche se voci di paese riferiscono di un momento ludico organizzato per il 1° maggio). Ma ciò non toglie nulla alla gravità del fatto.
Violare le norme è grave. Farlo in un periodo di emergenza che non conosce precedenti nella storia recente è ancor più grave. Se lo fa chi ha l’autorità di imporre ai suoi concittadini quelle norme che lei stessa viola è gravissimo. Le scuse non reggono.
Se avesse fatto lo stesso il premier Conte, Salvini, Renzi o la Meloni avrebbero preteso le sue dimissioni. Cosa che farebbero Greco e Fanelli se si scoprisse che il governatore Toma, con i laboratori medici che lui ha deciso di tenere chiusi, stamattina si sottoponesse ad un elettrocardiogramma non necessario.
L’ultima parola spetta al sindaco di Riccia. Pietro Testa con l’emergenza Covid si è fatto apprezzare per equilibrio, moderazione e senso civico. A lui il difficile compito di trovare una sintesi tra chi concorda con la “leggerezza” e chi vuole invece la testa della vicesindaca.

ppm

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