Lo studente rientrato dalla Spagna e risultato positivo al coronavirus ha commesso un errore ‘veniale’ che ha determinato un cortocircuito nella comunicazione. Nella vicenda che ha già registrato – dopo il botta e risposta tra il gruppo di ‘Roccavivara Oltre’ e il primo cittadino – la precisazione del manager Florenzano, interviene ora anche il sindaco di Campobasso che scagiona sia il collega Antenucci e sia l’Asrem.
A dare fuoco alle polveri erano stati quelli dell’opposizione con un attacco politico al sindaco ‘reo’ di non aver informato la comunità rocchese della presenza in paese di un contagiato al Covid-19. Immediata la replica di Antenucci che aveva a sua volta replicato a muso duro accusando gli avversari di sciacallaggio. Domenica la minoranza è tornata di nuovo a farsi sentire denunciando l’amministrazione locale di non aver attivato sin da subito le procedure per lo smaltimento dei rifiuti eventualmente contaminati dallo studente, residente a Campobasso, ma che ha deciso di farsi la quarantena a Roccavivara coi genitori.
Ed è proprio in questo ‘difetto’ di comunicazione che si è generato il ‘caso’ che da giorni sui social e sui media locali sta tenendo banco in paese e fuori. Ieri però a chiarire come stanno le cose ricostruendo i passaggi dell’intera vicenda ci ha pensato l’amministrazione guidata da Roberto Gravina: «Con ogni probabilità se equivoco c’è stato si è generato dalla comunicazione effettuata dal paziente all’Asrem nel momento in cui allo stesso è stata comunicata la sua positività. Infatti, il paziente, rientrato nei giorni precedenti in Molise da fuori regione, aveva comunicato all’azienda sanitaria che avrebbe rispettato l’isolamento domiciliare presso l’abitazione dei propri genitori a Roccavivara e così è regolarmente avvenuto. In seguito, dopo l’esito del tampone – scrive l’amministrazione di Campobasso – quando da parte dell’Asrem gli è stata data notizia della propria positività, ha comunicato all’azienda sanitaria come domicilio per la quarantena la sua residenza di Campobasso, pur restando, invece, domiciliato a Roccavivara presso l’abitazione dei propri genitori. Chiarito ciò, va sottolineato che se non si fosse trattato di un errore veniale, compiuto da parte dello stesso paziente in fase di comunicazione, si configurerebbero tutte le possibilità per un procedimento penale a suo carico».

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