E’ terminata con la consueta conferenza stampa di ieri mattina, ospitata al porto turistico Marina di San Pietro a Termoli, nei locali del Sottovento, la presenza annuale della Goletta Verde di Legambiente. Tappa ormai classica del percorso compiuto dal vascello lungo le coste italiane. Il monitoraggio delle acque costiere ha rivelato come due su tre siano punti fortemente inquinati sul litorale molisano in base ai prelievi eseguiti da Goletta Verde nell’ambito dei controlli sulla salute del mare. Presenti la presidente di Legambiente Molise Manuela Cardarelli, da Mattia Lolli, portavoce di Goletta Verde, e dall’assessore all’Ambiente Rita Colaci. Oltre a Chiara Camillo, di Fridays for Future Termoli. Il terzo punto analizzato, con valori entro i limiti di legge, è la foce del fiume Trigno a Montenero di Bisaccia.
Nel 2018 era risultato inquinato, quindi si tratta di un segnale positivo all’interno di risultati che, nel complesso, denotano il persistere di forti criticità a livello regionale. «Con il nostro monitoraggio non intendiamo rilasciare patenti di balneabilità – dichiara Manuela Cardarelli – sostituendoci alle autorità competenti ma, con ‘fotografie’ istantanee, vogliamo portare all’attenzione di amministratori e cittadini le criticità che minacciano la qualità e la salute dei nostri mari, affinché se ne individuino e risolvano le cause». Per quanto riguarda la depurazione di Termoli, Cardarelli sottolinea: «Abbiamo scelto il canale sul lungomare nord che sfocia in mare, gestito da Termoli, ed è risultato fortemente inquinato. Chiediamo alla nuova amministrazione un occhio maggiore al fine di trovare l’anno prossimo un dato entro i limiti di legge». Cardarelli invita i comuni costieri a fare rete coinvolgendo tutti i soggetti interessati, compresi gli enti municipali dell’entroterra, per mettere in campo interventi concreti. Legambiente presenta i dati del dossier Mare monstrum: in Molise 8,1 reati per ogni chilometro di costa. «È ora di dire basta ad ogni forma di alibi e intervenire in maniera decisa per porre fine a queste emergenze che causano danni all’economia, al turismo e soprattutto all’ambiente a partire dalla gestione delle acque reflue e al miglioramento del nostro sistema depurativo». Dei tre punti selezionati per il nostro monitoraggio delle acque in Molise, due sono risultati con valori di inquinanti analizzati – che sono marker specifici di problemi legati ad una cattiva o assente depurazione – ben oltre i limiti di legge. Risultano quindi “fortemente inquinati” la foce del fiume Sinarca, sempre oltre i limiti di legge negli ultimi tre anni in cui è stata monitorata dai nostri tecnici ed il canale presso la rotatoria del lungomare Colombo a Termoli, risultata fortemente inquinata anche nel 2018. E proprio oggi alcuni nostri attivisti hanno effettuato presso la foce del Sinarca un EcoBlitz srotolando uno striscione con su scritto “che vergogna!” Il terzo punto analizzato, risultato con valori entro i limiti di legge, è la foce del fiume Trigno (presso la Marina di Montenero di Bisaccia), un segnale positivo all’interno di risultati che nel complesso denotano il persistere di forti criticità a livello regionale. Il monitoraggio di Legambiente è stato effettuato attraverso segnalazioni sui punti critici, in particolare le foci dei fiumi, che non possiamo rassegnarci a considerare come perennemente inquinati ma su cui chiediamo alle amministrazioni di mettersi in rete e confrontarsi per migliorare la depurazione e la qualità dell’acqua dei fiumi e dei canali che poi arrivano nel mare. Un monitoraggio che, dopo le intense piogge del mese di maggio che hanno causato numerose criticità depurative lungo tutta la costa, ha risentito dell’improvviso cambio di temperature e delle condizioni meteorologiche avvenuto a metà giugno con l’arrivo dei tecnici di Legambiente. Con il nostro monitoraggio, è bene ribadirlo, non intendiamo rilasciare patenti di balneabilità, sostituendoci alle autorità competenti in materia di controlli e di balneazione ma, con ‘fotografie’ istantanee, portare all’attenzione di amministratori e cittadini le criticità che minacciano la qualità e la salute dei nostri mari, affinché se ne individuino e risolvano le cause. È questo il bilancio del monitoraggio svolto lungo le coste molisane dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane che in Molise ha effettuato la sua nona tappa a Termoli. «È ora di dire basta ad ogni forma di alibi – dichiara Mattia Lolli portavoce della Goletta Verde – e intervenire in maniera decisa per porre fine a queste emergenze che causano danni all’economia, al turismo e soprattutto all’ambiente a partire dalla gestione delle acque reflue e al miglioramento del nostro sistema depurativo.
Non va dimenticato che sono già quattro le procedure di infrazione comminate all’Italia dall’Ue con un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia arrivato pochi mesi fa. Soldi che avremmo potuto spendere per progetti innovativi a tutela del mare. L’obiettivo del nostro viaggio – spiega Mattia Lolli, portavoce della Goletta Verde – è mantenere alta l’attenzione contro la mala depurazione, le trivellazioni di petrolio, il cemento illegale e il marine litter. Crediamo siano questi i veri nemici del mare da fermare ad ogni costo, purtroppo ci sembra che l’attenzione del Governo, e spesso anche della amministrazioni locali, sia diretta su tutt’altro». «Una situazione quelle delle acque molisane, in particolare delle foci dei fiumi, che conferma il persistere di alcune criticità nei confronti delle quali non ci resta tempo da perdere – dichiara Manuela Cardarelli, presidente Legambiente Molise – è necessario infatti che le amministrazioni prendano più coraggio nell’affrontare il tema della depurazione, facendo rete e coinvolgendo tutti i soggetti interessati, compresi i Comuni dell’entroterra, per mettere in campo interventi concreti. Dalla qualità dei nostri fiumi dipende infatti la salute del mare e dei cittadini, ma anche il turismo e l’economia locale». Il monitoraggio di Legambiente (i prelievi sono stati eseguiti dalla squadra di tecnici il 19 giugno scorso) prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente che anticipano il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, PH, conducibilità / salinità). Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione. Ci sono da riscontrare, inoltre, ancora criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, i dati delle ultime analisi, ecc. Nei tre punti monitorati in nessun caso i tecnici di Goletta Verde hanno segnalato la presenza di questo cartello. Goletta Verde nel suo viaggio pone da sempre l’attenzione al brutale assalto che continuano a subire il mare e le coste italiane. Reati che non risparmiamo il Molise , come dimostra la fotografia scattata come ogni anno dal dossier Mare Monstrum 2019 di Legambiente, basato sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto. In Molise sono 288 le infrazioni accertate dalle forze dell’ordine nel 2018 per i reati legati al “mare illegale”, con 305 persone arrestate o denunciate e 30 sequestri: in pratica 8,1 infrazioni ogni chilometro di costa. In testa alla classifica spiccano i reati legati al ciclo del cemento con 135 infrazioni accertate nel 2018 con 149 persone denunciate o arrestate e 8 sequestri effettuati. Seguono i reati legati al mare inquinato (da intendere in particolare per scarichi inquinanti e mala depurazione): 95 quelli accertati lo scorso anno con 100 denunce e 18 sequestri. C’è poi il saccheggio della risorsa ittica dove si contano 54 reati; 54 denunce e nessun sequestro. Ultimo, ma non meno importante per la salvaguardia dell’ecosistema marino, è il contrasto alle pratiche illecite nella navigazione da diporto sanzionate in particolare dalla Guardia di finanza e dalle Capitanerie di porto. In Molise sono stati censiti 4 reati con 2 persone denunciate e 4 sequestri.

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