«Desidero precisare che il documento messo a punto dall’Inail è solo un parere tecnico, di cui il Governo potrà tenere conto o prenderne in considerazione una parte». Meno drastico del suo presidente nazionale e di altri colleghi, il presidente del Sib Molise, Domenico Venditti, cerca di non vedere tutto nero. Venditti non le considera come prescrizioni finali e cogenti. «Toccherà al Governo dirci come dovremo sistemarci sulle spiagge, quali protocolli adottare per garantire il distanziamento sociale e quali procedure rispettare, sia negli stabilimenti balneari, sia per le strutture turistico-ricreative». Entro oggi il Governo dovrebbe varare il Dpcm e allora Venditti ha riferito che sarà commentata la nuova disposizione regolamentare. «Siamo fiduciosi – conclude Venditti – che il Governo non applichi queste restrizioni e queste misure, che comprometterebbero l’utilizzo di oltre due terzi della superficie demaniale e verrebbero meno i presupposti per aprire, poiché gli ombrelloni disponibili sarebbero pochi e del tutto insufficienti a coprire quanto meno i costi gestionali che ciascuno di noi sostiene». Continuano le prese di posizione da parte delle sigle sindacali che associano i concessionari demaniali marittimi e gli imprenditori balneari. L’associazione Base Balneare, che in Molise è coordinata da Pietro D’Andrea, giudica molto penalizzante quanto emerso dal protocollo di sicurezza anti-Covid messo a punto dall’Inail col supporto dell’Istituto superiore di sanità. «Il documento Inail spegne l’estate: tante le spiagge italiane che non apriranno». Il messaggio viene rilanciato così anche nel Molise. Tra gli ombrelloni in spiaggia la distanza dovrà essere almeno di 5 metri tra una fila e l’altra, e di 4 metri e mezzo tra ombrellone e ombrello accanto. E’ una delle indicazioni contenute nel documento relativo alle attività ricreative di balneazione pubblicati sul sito dell’Inail, realizzati in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità (Iss), con il contributo si legge nella bibliografia di Legambiente. «Questo documento – spiega Bettina Bolla, presidente della Base Balneare – insieme alla mancanza di aiuti economici e di certezze giuridiche riguardo all’estensione delle concessioni al 2033 promesse dal Ministro Franceschini fanno mancare le condizioni necessarie minime per l’inizio della stagione e molte spiagge non apriranno, causando enormi problemi ai comuni e giocoforza alle destinazioni turistiche». Misure strettissime, protocolli inappropriati rischiano di diventare infatti un ostacolo insormontabile per i gestori degli stabilimenti balneari preoccupati per loro stessi, ma anche per una crisi che travolgerà tutti i settori del turismo. «Lascia sbigottiti – tuonano dalla Base Balneare – la sproporzione delle misure adottate che stanno affossando l’accoglienza balneare» Il rischio adesso per le spiagge italiane e per l’Italia in generale è quello di essere meno attraenti delle spiagge di Malta, Cipro e Croazia dove si parla solo genericamente di prescrizioni per accogliere quei turisti che staranno alla larga dall’Italia, penalizzata da una politica sbagliata, che non sa prendere decisioni ma che subisce quelle di altri, devastando l’offerta turistica nazionale, già annientata da campagne pubblicitarie denigranti da parte di altri paesi europei che creano tra l’altro corridoi atti a saltare l’Italia per convogliare i turisti altrove». «Chiediamo al Governo – continuano- che vengano che ascoltati gli esperti del settore, provando a mettere insieme regole di buon senso, perché adesso siamo davanti ad un bivio: o ci tenete chiusi e ci date dei sussidi o in mancanza di liquidità ci permettete di lavorare, sgravandoci da responsabilità che non è giusto addossare a imprenditori italiani, per un virus che è arrivato indisturbato in Italia, travolgendo e massacrando la nostra economia già compromessa». «Se la stagione non parte – concludono a si apriranno mesi di incertezza legati ad un ‘economia che per l’80 per cento ruota intorno all’estate, al mare e a tutto il suo indotto, distruggendo l’economia non di un settore ma di interi territori e dell’Italia intera». Turismo e ospitalità, il neoresponsabile Michele D’Egidio chiede di intervenire nell’immediato per cambiare le norme Inail -Iss. Michele D’Egidio, neoresponsabile regionale al Turismo (di Forza Italia) per la Regione Molise esprime il suo pieno disaccordo con i nuovi protocolli previsti dall’Inail e dall’Istituto Superiore della sanità, in quanto i settori del Turismo e dell’ospitalità non vedranno nessun tipo di ripresa economica. Afferma che questi protocolli rappresentano il colpo di grazia per le imprese del Turismo, che devono essere sostenute piuttosto con azioni immediate, altrimenti si rischia il fallimento di attività che rappresentano una parte consistente del Pil del Paese.
«Per gli operatori del settore – aggiunge D’Egidio – devono essere applicate delle misure di salvataggio in previsione di una stagione turistica già iniziata senza alcuna certezza. Sì chiede che gli operatori siano messi nelle condizioni di poter svolgere il loro lavoro senza limitazioni estreme che ledano ancora di più il loro operato, ovviamente sempre nel rispetto delle misure di sicurezza e della salute pubblica, che però tenga conto anche della salute e del profilo economico delle aziende. D’Egidio conclude: «Il Governo deve fare la sua parte a favore di tutti gli operatori del Settore Turismo e ospitalità, provvedendo con misure di contenimento dei costi (concessioni, affitti, tasse, bollette, ecc…) e al fine di sostenere le attività quali Stabilimenti balneari, bar, ristoranti, hotel, b&b, e tutti coloro che in questo particolare momento di emergenza sono sofferenti e hanno solo voglia di ripartire con le proprie attività. Affrettiamoci o sarà troppo tardi!»

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