Flash mob del 28 aprile e del primo maggio, vertice in video-conferenza, ma i ristoratori molisani e termolesi attendono ancora risposte e misure concrete da parte della Regione Molise. Il Movimento italiano dell’ospitalità del Molise, a firma dell’amministratore Domenico Ruggeri, ha inviato una nota al Governatore Donato Toma, con cui si chiede di mutuare subito l’impianto delle linee guida emanate dalla Regione Emilia-Romagna, per dare respiro e prospettiva al settore. «Egregio presidente, a nome della M.I.O. (Movimento imprese ospitalità sezione Molise) che Lei già ben conosce per una precedente video conferenza sulle scottanti tematiche del settore turistico, con la presente faccio seguito ai contatti intervenuti con la sua segreteria per rappresentarle quanto segue. Come ben saprà, le linee guida Inail a livello nazionale hanno predisposto degli standard di sicurezza e di distanziamento troppo restrittive e, dunque, troppo onerose e sacrificanti per il settore ristorazione. La Regione Emilia Romagna ha adottato invece delle misure maggiormente permissive, che comunque garantiscono la sicurezza dei nostri clienti. Le ho allegato pertanto per maggiore velocità, le linee guida della Regione Emilia Romagna con la speranza che anche lei voglia, venendoci incontro, predisporre una linea simile che ci consenta di non perdere ulteriormente risorse. Vorrei pertanto che ci accordasse, con la sua solita disponibilità in ulteriore video-conferenza per consentirci di esplicarle meglio le criticità delle linee Inail e le nostre ragioni». Tra le misure varate nella regione con capoluogo Bologna saltano tutte le autocertificazioni: tanto si può mentire quando si vuole e si finisce solo per generare burocrazia e scartoffie. Non starà al ristoratore sapere e decidere se i due commensali seduti al tavolo sono marito e moglie o amanti. Starà alla loro responsabilità e al buon senso di tutti: se chiedono di sedere vicini e allo stesso tavolo (dunque con un distanziamento anche inferiore al metro), potranno stare vicini. Come riporta il Gambero Rosso «saltano i 4mq per avventore, un fattore di densità che sta facendo molto discutere; sia perché salta il concetto – bizzarro, invero visto che è difficilissimo da calcolarsi e cambia anche in funzione della dimensione stessa del tavolo! – dei 2 metri tra tavolino e tavolino. Non si parla più di distanziamento tra tavolini ma di distanziamento tra persone. E si sancisce che le persone devono stare ad almeno 1 metro. Non 2 metri, non 4 metri, ma 1 metro. Come del resto ripetono i Dpcm da qualche mese a questa parte. Questo metro può ulteriormente calare all’interno dello stesso tavolo per persone appartenenti allo stesso gruppo familiare. Insomma tanto per capirci ristoranti come quello di Massimo Bottura a Modena, come Oltre a Bologna o come Massimiliano Poggi a Trebbo ma anche trattorie come Irina a Savigno non avranno alcun cambiamento nella loro sala perché una distanza tra persona e persona di un metro era già abbondantemente garantita. Ne faranno le spese solo le aree di bancone, destinate ad aperitivi, dove non si potrà (ma questo lo dicono i decreti, non servono le norme di rango regionale) creare assembramento».

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