I vertici del Sib nei giorni scorsi hanno ingaggiato una dura battaglia di legalità, promuovendo le giuste norme anti-Covid e lasciando intendere che non tutti i lidi balneari lo fanno (specie di altre organizzazioni). Per questo, ieri è sceso in campo Paolo Spina, presidente della Confcommercio. «Siamo appena agli inizi di una difficile stagione turistica che, soprattutto per quanto riguarda le attività balneari e le strutture ricettive come i campeggi della costa molisana, è sottoposta a numerose limitazioni e prescrizioni emanate dal Governo nazionale attraverso una serie di linee guida recepite anche dalla Regione Molise e condivise dai sindacati balneatori, per quanto riguarda le attività dei concessionari e i comportamenti della clientela. Come Confcommercio Molise riteniamo che proprio una accurata e appropriata gestione di queste attività, seppur gravate dalle numerose prescrizioni vigenti causate dalla pandemia Covid 19, rappresenti da sempre un’autorevole porta d’ingresso per i turisti che (soprattutto) si recano per la prima volta in Molise, valida non solo per l’economia della costa ma anche per tutti i comuni interni che, principalmente d’estate, possono rivelare ai visitatori un vasto patrimonio di tradizioni, storia e cultura, ambiente incontaminato, artigianato ed enogastronomia. In questo ambito siamo costretti però a rendere pubbliche alcune “disattenzioni” di una parte di operatori che possono recare danno, nonché compromettere un equilibrio assai precario, in termini di legalità e di concorrenza leale per le quali la nostra organizzazione si batte da sempre e che viene rispettata appieno dai nostri imprenditori che aderiscono al Sib- Confcommercio (Sindacato Italiano Balneatori). Sono numerosi i riferimenti che vogliamo evidenziare al solo scopo di chiarire e permettere una rapida correzione di atteggiamenti da parte di quegli imprenditori che disattendono le linee guida valide per tutti, al fine di non creare quella evidente disparità di comportamento nei confronti della clientela, chiedendo, al contempo, agli organi di vigilanza e di controllo un efficace monitoraggio, affinché non vi siano ripercussioni negative anche in ambito sanitario. Ad oggi, come ci viene segnalato (anche attraverso materiale fotografico veicolato dai social) ma anche dai singoli imprenditori di settore e dagli stessi turisti, si sono verificate superficialità in talune concessioni e attività ricettive riguardanti il rispetto e l’applicazione delle nuove norme anti-Covid19. Mi riferisco al mancato rispetto delle distanze, all’obbligatorietà della tracciatura della clientela (valida per 14 giorni), alle operazioni di sanificazione. Così come mancanze si sono registrate nell’accompagnamento dei turisti all’ombrellone da parte del personale addetto (riconoscibile). Ci vengono segnalati i mancati controlli sull’obbligatorietà dell’autocertificazione da parte della clientela, il divieto di tenere aperte le aree gioco per bambini, così come quello della pratica per alcune attività sportive (il beach volley) o la limitazione di altre (come avviene per il beach tennis). Criticità che non solo creano evidenti disparità tra chi rispetta le norme e chi non lo fa, ma che alterano di fatto un mercato già fragile, dunque la competitività delle imprese, ponendo oltretutto pericolosamente a rischio anche la salute pubblica, con gravi ripercussioni future sull’intera economia regionale. La competitività e la concorrenza leale, oltre che “sale” per la cultura d’impresa, elevano l’offerta complessiva.
In questo senso, lungi dal sostituirci alle autorità preposte o dall’assumere ruoli da “sceriffo”, da oggi segnaleremo scorrettezze e modalità furbesche nella gestione delle attività, considerando d’altronde che la concessione non è un diritto ma un privilegio che tutela i concessionari, ma che interessa l’intera economia regionale».

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