In attesa dell’aggiornamento dei dati Arpa – registrazioni in “ferie”, ferme al 19 dicembre -, la Piana di Venafro continua a soccombere sotto i colpi dell’inquinamento.
Nei giorni scorsi abbiamo dato conto degli sforamenti del Pm10. Oggi la “novità” è che anche il ben più pericoloso particolato fine continua a galoppare. Valori alle stelle quelli registrati nel mese di dicembre. Praticamente sempre oltre la soglia. In alcuni casi addirittura il triplo del consentito. Ricordiamo infatti che dal 2020 il limite per le polveri fini attualmente fissato in 25 µg/m3 scenderà a 20. A Venafro l’ultimo giorno di rilevamento del 2018 – come detto il 19 dicembre – il Pm2,5 ha fatto registrare un dato monstre: 62 µg/m3. Non che si tratti di una eccezione. Nei mesi scorsi, in effetti, si era raggiunto un altro poco invidiabile record con ben 5 sforamenti consecutivi. Se tutti sono al corrente della pericolosità delle polveri sottili, note anche come Pm10, in pochi forse sanno che il particolato fine, ovvero il Pm2,5, è «in grado di penetrare più in profondità nell’albero respiratorio umano».
Va ricordato che sorgenti del particolato fine «sono un po’ tutti i tipi di combustione, inclusi quelli dei motori di auto e motoveicoli, degli impianti per la produzione di energia, della legna per il riscaldamento domestico, degli incendi boschivi e di molti altri processi industriali». Ma qualsiasi possa essere la ragione di un simile livello di inquinamento, non pare più accettabile che la popolazione debba subirne gli effetti nefasti. Peraltro, a differenza delle metropoli dove pure il problema è avvertito, senza che la comunità possa giovarsi quantomeno di lavoro e servizi all’altezza. Insomma, al più presto andrà posto rimedio. La politica da tempo è al corrente della situazione ma finora solo il prefetto (l’ex Guida) ha avuto il coraggio di emanare un’ordinanza, seppure parziale, per bloccare ad esempio il traffico pesante. Molto decisi in tal senso sembrano pure i Comuni di Montaquila e di Venafro, che hanno già dato la massima disponibilità a dare luogo allo studio epidemiologico di tipo eziologico che verrà condotto nella Piana da Cnr, Mamme per la salute ed Isde.

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