Angelica Maria ha ritrovato la sua famiglia biologica. La giovane venafrana ha chiuso il cerchio. È una storia, quella che la donna ha raccontato a Primo Piano Molise, che non lascia indifferenti: neonata cilena adottata da una famiglia venafrana quando aveva appena 23 mesi. La sua, come migliaia di altre per la verità, è stata però una adozione illegale. Lo ha scoperto la stessa Angelica Maria (conosciuta anche come Angela) che dall’età di 16 anni, in accordo e con il sostegno pieno dei genitori italiani, cercava incessantemente le sue origini. Cercava sì, perché adesso le ha trovate. A San Antonio, città di 87mila abitanti del Paese sudamericano.
Una email proprio il giorno di Pasqua: «Abbiamo trovato i tuoi genitori biologici». Lacrime, emozione, commozione. Angelica Maria si fa coraggio e chiama, mette in contatto le due mamme, si videochiama con i genitori cileni e con i suoi fratelli finalmente ritrovati.
A tre mesi – racconta in lacrime – è stata sottratta alla mamma e venduta dalla zia, insieme alla sorellina, mentre si trovava in ospedale per degli accertamenti. Portata in orfanotrofio e poi, dopo una lunga trafila, data in adozione alla famiglia venafrana.
Oggi Angelica Maria è sposata ed è madre di due bellissime bambine. È felice e appagata di aver rintracciato la sua famiglia d’origine, i suoi genitori biologici. Flora – la signora che, insieme a Nicandro (prematuramente scomparso) l’ha adottata – oggi è la “mamma di cuore”. Una vera mamma. Così come Angelica, che non l’aveva assolutamente abbandonata come le era stato fatto credere ma da cui, invece, l’avevano strappata ad appena tre mesi. Venduta. Proprio per il traffico illegale delle adozioni internazionali. Per otto anni, otto lunghi anni, la mamma l’ha cercata ovunque. Ma niente. A un certo punto le hanno detto che la figlia Angelica Maria si trovava negli Usa con un’altra famiglia e si era arresa. Ma erano tutte e solo bugie per non far scoprire la verità.
Angelica adesso ha ritrovato sua figlia: in totale 6 fratelli e sorelle (di cui uno purtroppo morto).
«La svolta c’è stata l’anno scorso – sottolinea Angelica Maria -, quando ho scoperto l’esistenza di un’associazione chiamata “Hijos y madres del silencio” e mi sono iscritta. Ho effettuato il test del Dna scoprendo di avere un lontano cugino che, casualmente, è pure avvocato dell’associazione…». Fortuna nella fortuna insomma. Oggi «la felicità mi pervade! È un’emozione molto forte! Ma vorrei sia chiara una cosa: non rinnego e nn rinnegherò mai la mia famiglia adottiva. Loro mi hanno amata e cresciuta e resa la donna che sono, ma avevo un vuoto nel cuore, tante domande, tanto dubbi. Ora so la verità, so che mi hanno sempre cercata, che non volevano darmi in adozione. In Cile ci sono state centinaia di migliaia di adozioni illegali e ci sono centinaia di migliaia di casi come il mio».
Angelica Maria è “l’incontro” numero 133, cioè la 133esima a ritrovare i genitori biologici: oltre alla mamma Angelica c’è pure papà Juan strafelice per aver ritrovato la figlia.
«Ora la mia famiglia si è allargata e una madre ha trovato finalmente pace perché ha ritrovato una figlia! Grazie ancora a “Hijos y madres del silencio”». La ricerca è stata comunque lunga e faticosa.
Il prossimo passaggio – facile immaginare l’impazienza e l’emozione – è andare in Cile per l’incontro fisico. Angelica Maria ci sta già lavorando. Dopo che ha effettuato il test del Dna è in attesa di ufficializzare il ricongiungimento che, appare inevitabile, sfocerà poi in un esposto alle autorità cilene.
Ma ora l’importante è che dei genitori abbiano ritrovato la figlia rubata e che la figlia abbia saputo che nessuno l’aveva mai abbandonata… Il tutto con l’appoggio della mamma e del papà adottivi. Una storia dal lieto fine che non può lasciare indifferenti e insensibili.

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