“Un cavallo per amico”, lunedì si parte. Prenderà così vita l’ambizioso progetto dei Genitori Arcobaleno per i ragazzi speciali. Ieri mattina presso la palazzina Liberty la presentazione dell’iniziativa a cura della presidente dell’associazione Monica Di Filippo. Accanto a lei la presidente dell’Ambito territoriale sociale di Venafro e assessora del Comune Angelamaria Tommasone, altri componenti dei Genitori Arcobaleno, il titolare del “Macera’s Ranch” e Francesco, un giovane che ha testimoniato i benefici dell’ippoterapia. Il progetto, sostenuto dai Comuni di Venafro e di Sesto Campano nonché dall’Ats di Venafro e dalla Regione Molise è stato finanziato da quest’ultima con poco più di 20mila euro, che serviranno a creare un percorso di “miglioramento” per una ventina di ragazzi speciali dai 4 ai 18 anni. I corsi si terranno, come detto, da lunedì in località Chiuse di Sesto Campano presso il “Macera’s Ranch”.
«La proposta progettuale – ha spiegato Monica Di Filippo – si colloca in un’area territoriale in cui si registra una incidenza significativa di minori disabili a fronte di una carenza di servizi di riabilitazione e di inclusione per gli stessi disabili e le rispettive famiglie. La nostra si connota come un’iniziativa sperimentale che potrebbe, in ragione della collaborazione dell’Ats di Venafro e con i Comuni di Venafro e Sesto Campano, assumere carattere di stabilità e trovare una collocazione strutturata all’interno del Piano di zona. Il progetto potrebbe, sulla base dei primi risultati, estendersi anche oltre il territorio di riferimento, coinvolgendo ad esempio anche disabili provenienti dagli Ats di Isernia e Agnone».
Quindi la presidente è entrata nel dettaglio: «La riabilitazione equestre è una co-terapia utilizzata per la crescita emozionale, ma non solo: ha come obiettivo quello di portare al benessere e alla massima autonomia possibile la persona disabile. L’attuazione del progetto è importante in questo periodo, in particolare per questi bambini e ragazzi che, in via sperimentale, hanno già potuto apprezzare i benefici di un primo approccio con il cavallo seppure in un tempo molto breve, nel periodo estivo lo scorso anno».
I benefici sono evidenti per chi pratica l’ippoterapia. La finalità di “Un cavallo per amico” è quella di accompagnare i ragazzi speciali a progettare la propria vita senza quell’ansia che è tipica dell’età giovanile, imparando che ognuno (e ogni cosa) ha i suoi tempi. «Nell’era del tutto e subito è necessario imparare ad aspettare. Ogni cosa ha un suo tempo. Non deve essere forzata. Scoprire che la diversità è bella, riscoprire l’unicità di ognuno; non temere di fare le proprie scelte, di avere dei gusti o delle preferenze. Siamo bombardati quotidianamente dalla massificazione, i più bersagliati sono proprio gli adolescenti che cercano di destreggiarsi attraverso le varie mode che cambiano repentinamente. Gli obiettivi che ci si prefissa nel corso di questo progetto sono: consolidare l’autostima e la percezione corporea; incrementare la capacità decisionale e di autogestione; assunzione di responsabilità nell’avvicinamento e cura dell’animale; indipendenza: esercitare un controllo sull’ambiente ed essere in condizione di effettuare delle scelte; e poi ancora: stimolare il processo di crescita cognitiva ed affettiva del bambino/ragazzo attraverso l’esperienza di avvicinamento, di conoscenza del cavallo, ma anche di “relazione” e di cura».
Per il successo del progetto saranno impegnate le seguenti figure professionali: un istruttore di equitazione, un counselor, una psicologa; un operatore in Riabilitazione equestre; un terapista per Riabilitazione equestre. Durante la presentazione del progetto è stato dato spazio a Francesco, un ragazzo di Macchia d’Isernia che ha provato sulla propria pelle i benefici dell’ippoterapia. La sua testimonianza ha toccato i presenti poiché il giovane ha dimostrato di aver praticamente superato gran parte dei problemi.
«Ci saremo sempre per chi si prodiga per il benessere psicofisico dei bambini – ha garantito la presidente dell’Ats e assessora Tommasone -. Siamo e saremo vicini alle associazioni come i Genitori Arcobaleno con cui abbiamo già collaborato in passato e che hanno il grande merito di aver portato alla luce la questione disabilità e autismo: tra l’altro posso dire che la legge regionale sull’autismo approvata nell’ottobre del 2017 è stata resa possibile grazie all’Ambito ma anche grazie ai Genitori Arcobaleno».
A chiudere la conferenza è stata poi Monica Di Filippo che ha ricordato come «la cosa peggiore è isolarsi, nascondersi in casa con il proprio figlio speciale. Da quando siamo riuniti in associazioni noi genitori siamo rinati», è stato quindi il messaggio per tante famiglie che ancora oggi vivono la disabilità come un ‘peccato’.

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