Una notizia che la comunità venafrana (e non solo) si sarebbe tranquillamente risparmiato: l’inquinamento nella Piana galoppa anche in pieno giugno. Ebbene, o meglio sarebbe dire male, purtroppo, sembra proprio così se è vero che i dati dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Molise parlano di sforamento pure in estate. Cioè, con i riscaldamenti spenti. Com’è noto, infatti, in generale l’inquinamento da riscaldamento domestico incide per oltre un terzo sull’inquinamento complessivo.
«Quando in una città i livelli di polveri sottili salgono oltre le soglie di pericolo, i sindaci intervengono con il blocco del traffico. Una misura che servirà a poco, stando all’ultima analisi dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Secondo lo studio, infatti, le voci più “pesanti” dell’inquinamento da particolato Pm2,5 sono il riscaldamento e gli allevamenti intensivi di animali, rispettivamente con il 38% e il 15,1%. I veicoli sono al quarto posto con il 9%, precedute dall’industria con l’11,1%»: tralasciando ogni valutazione e commento a riguardo circa la validità dello studio in determinate aree del Paese, questo è quanto scriveva il Corriere della Sera nella sezione “Dataroom” diretta da Milena Gabanelli.
Il 38% dell’inquinamento, dunque, a livello nazionale e generale è dovuto al riscaldamento. Quando però questa fonte è “spenta” e i livelli di Pm10 e, ancor peggio, di Pm2,5 sono oltre la soglia che vuol dire? Una risposta probabilmente arriverà dallo studio epidemiologico che i Comuni della Valle si apprestano a commissionare al Centro nazionale delle ricerche di Pisa nella persona del dottor Bianchi che, a Venafro, ha già avuto modo di “allarmare” la popolazione nel novembre scorso con una anticipazione dello studio di tipo eziologico. Per i risultati, però, si dovranno attendere un paio di anni. Nel frattempo, le autorità preposte che faranno?
I superamenti giornalieri delle polveri sottili misurate dall’Arpa Molise dall’inizio dell’anno ammontano a 7 nella centralina “Venafro1” di via Colonia Giulia e addirittura a 17 nella “Venafro2” di via Campania. Per dare un termine di paragone, basti pensare che nel resto del Molise la situazione è la seguente: Vastogirardi 0, “Campobasso3” 0, “Termoli1” 0, “Isernia1” 0 e “Termoli2” 2 sforamenti. A giugno, le centraline hanno suonato l’allarme 4 volte in via Campania e mai in via Colonia Giulia. Tuttavia, va detto che per gran parte del mese lo strumento è risultato in stand-by, manutenzione.
Passando al particolato fine, il Pm2,5, Venafro (via Campania) ha superato 6 volte il limite che sarà imposto a partire dal 2020 (20µg/m3) che è ritenuto molto più giusto in termini di tutela della salute umana rispetto a quello attualmente in vigore 25µg/m3: questo livello a giugno è stato comunque sfiorato in varie occasioni.
Insomma, la situazione se non è di emergenza poco ci manca.

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