Se non si troverà una spiegazione plausibile, ha dell’incredibile quanto rivelato dal circolo locale del Pd: del progetto presentato dal Comune nell’ambito del Cis non v’è traccia agli atti. A Palazzo Cimorelli non ci sarebbero documenti inerenti all’elaborato “Dal centro storico alla città estesa” di cui anche Primo Piano Molise ha dato ampiamente conto.
«Abbiamo atteso qualche settimana dall’esclusione del Comune di Venafro dai finanziamenti della prima tranche dei Contratti istituzionali di sviluppo per approfondire un po’ l’argomento. Per Venafro si è parlato di un progetto di circa 30 milioni di euro presentato al tavolo istituzionale ed in questi giorni siamo andati alla ricerca di qualche notizia in più proprio su questo mega progetto, secondo per importo solo alla variante realizzata dalla Adanti qualche anno fa. Ma non siamo riusciti a trovare nemmeno un pizzino. Gli uffici preposti non ne sono a conoscenza, qualche tecnico che ha provato a chiedere la possibilità di visionare il progetto si è visto rispondere picche. Sinceramente qualche dubbio sulla reale esistenza di questo mega progetto noi del circolo Pd di Venafro ce l’abbiamo: come è possibile che per un documento così importante (mai nella storia di Venafro è stato realizzato un progetto di tale portata) non esista una delibera di giunta? Chi dei consiglieri di maggioranza ne era a conoscenza? Chi sono i tecnici che si sono occupati di questo mega progetto? È mai possibile che non sia stato coinvolto nessuno per redigere un documento di tale portata? Esiste una relazione ufficiale presentata al tavolo istituzionale? Se uno dei criteri privilegiati era quello della cantierabilità, perché non è stato illustrato uno dei progetti che da anni giace in qualche cassetto di Piazza Cimorelli? L’unico documento che è stato diffuso via Facebook è una foto di un file Pdf dal quale non si evince niente. Non vorremmo che qualcuno avesse preso sotto gamba questa opportunità, arrecando un enorme danno all’intera città di Venafro».
Una clamorosa rivelazione da parte del circolo ai cui vertici risultano il segretario Giuseppe Notte e il consigliere comunale ex capogruppo di maggioranza Stefano Buono. A tal proposito, va evidenziato come Buono all’epoca della ‘presentazione’ del progetto fosse ancora capogruppo. Ma, evidentemente, era stato lasciato all’oscuro delle intenzioni dell’amministrazione.
Il Pd comunque spara ancora più forte facendo «chiarezza su cosa è possibile finanziare attraverso i Cis: “Strade e infrastrutture migliori e più accessibili; valorizzazione del sistema turistico sfruttando identità e caratteristiche del territorio; sviluppo dell’occupazione puntando su ambiti quali produzioni locali, artigianato, agroalimentare: sono queste le leve su cui intende intervenire il Contratto istituzionale di sviluppo per la Regione Molise. Dopo un lavoro di confronto, politico e soprattutto tecnico con gli attori territoriali, con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri 8 maggio 2019 inizia l’iter che porterà all’approvazione definitiva dei tanti progetti di sviluppo, proposti in tempi record dal territorio: da comuni, associazioni, imprese, consorzi. Le attività preliminari, necessarie per la definizione del Contratto istituzionale di sviluppo, sono affidate a Invitalia, che ne è soggetto attuatore. Spetterà poi al Tavolo istituzionale, presieduto dal presidente del Consiglio, e composto dai rappresentanti dei Ministeri competenti, di Invitalia, della Regione Molise, delle Province, dei Comuni di Campobasso ed Isernia valutare il fabbisogno espresso dal territorio, elaborare le strategie per attuare il programma di sviluppo per la regione Molise, coordinare tutte le azioni e mettere in campo le necessarie misure di accelerazione”». Il circolo sembra quindi mettere in dubbio il fatto che l’amministrazione non abbia colto fino in fondo il senso del programma. Del resto lo stesso Buono aveva proposto a tutti da dirigente regionale del Pd di puntare su due/tre progetti di respiro regionale e non su tanti piccoli progetti.
Sia come sia, i dem venafrani sottolineano come «ci sono comuni come Cerro al Volturno che lavorano a testa bassa e negli ultimi 5 anni hanno portato a casa finanziamenti per oltre 15 milioni di euro. Fermo restando che i criteri di aggiudicazione dei contributi del Cis sono molto opinabili, non si possono sempre additare a terzi le responsabilità di un esito negativo. Ma quando arriverà il tempo di assumersi le proprie responsabilità? O è sempre e solo il tempo dei meriti, come quelli per aver asfaltato una strada? Se qualcuno ha sbagliato, faccia mea culpa e chieda scusa a tutta la città. Si convochi un tavolo istituzionale allargato ad associazioni ed a tecnici competenti e si discuta di un progetto serio e lungimirante che possa ridare lustro alla nostra città».
«Venafro, quarto centro della nostra regione, non può stare a guardare e piangersi addosso per aver perso un’occasione come quella dei Cis. Nella seconda fase non potrà essere commesso nessun errore e c’è bisogno di massima condivisione e non di “progetti secretati” che piovono dal nulla da un giorno all’altro. Un progetto che possa ridare ossigeno alla nostra città, rientra anche in un discorso di idea di città che questa amministrazione non ha mai esplicitato. A Campobasso, dopo solo un mese dalla sua elezione, il sindaco Gravina ha illustrato le linee programmatiche del suo mandato. A Venafro, dopo oltre un anno di amministrazione, stiamo ancora aspettando di conoscerle queste linee programmatiche… Speriamo solo che dopo il 25 agosto, data in cui si voterà il presidente della provincia di Isernia, qualcuno si deciderà a parlare…», è l’ultima, pesante bordata al sindaco Alfredo Ricci candidato numero 1 per quella carica.

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