Ha fatto discutere, e non poco, a Venafro la notizia pubblicata da Primo Piano Molise ieri riguardo ai continui sforamenti dei limiti massimi consentiti del Pm2,5.
I dieci giorni – dal 18 novembre – di valori fuori norma della centralina di via Campania che hanno fatto intervenire Herambiente, società che gestisce il termovalorizzatore di Pozzilli che ha voluto sottolineare come «abbiamo letto con interesse i contenuti, focalizzati sui dati registrati dalla centralina di via Campania a partire dal 18 novembre. Per contribuire al dibattito in corso e aggiungere alcuni elementi utili alle osservazioni contenute nell’articolo, desideriamo informare che dal pomeriggio del 19 alla tarda serata del 21 novembre l’impianto è stato fermo per manutenzione, come comunicato anche ad Arpa Molise».
Secondo Hera si tratta di «un dato significativo, dal momento che negli stessi giorni la centralina di via Campania ha invece registrato un incremento delle polveri sottili, e che attesta – scrivono dalla società – ancora una volta come il termovalorizzatore di Pozzilli non rappresenti una fonte di emissioni significativa nel panorama locale. Rinnoviamo quindi l’invito, a chiunque lo desideri, a visitare l’impianto, ad entrarvi, scoprirne il funzionamento e confrontarsi con i tecnici e gli operatori che ogni giorno si occupano di gestirlo».
Ribadito che ad appurare quali siano le fonti di inquinamento della Piana ci penserà lo studio epidemiologico di tipo eziologico – per il quale ancora non risulta sia stata firmata la convenzione con il Cnr -, Primo Piano Molise ha “scoperto” che pure il primo dicembre la centralina ha suonato l’ennesimo allarme: domenica, in particolare, è stato registrato il record assoluto: 61 ug/m3, ovvero tre volte il limite “ammesso” per la protezione della salute umana. Lo stesso giorno anche per il Pm10 è stato superato il livello, sempre con riguardo a via Campania, considerato che in via Colonia Giulia la stazione è in stand by da oltre un mese.
Mentre sui social e in strada si parla dell’argomento, dalle istituzioni persiste il silenzio assoluto. Eppure, come attestato da varie Arpa regionali «numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato un’associazione tra i livelli di inquinanti atmosferici a cui la popolazione è normalmente esposta nelle città ed una serie di effetti negativi sulla salute. Tali studi sono stati condotti in numerosi Paesi del mondo, con criteri rigorosamente scientifici ed hanno fornito risultati riproducibili».
Dunque, «le particelle in sospensione (e soprattutto le frazioni di più piccole dimensioni come il Pm10 e il Pm2,5) sono risultate l’indicatore di qualità dell’aria più consistentemente associato con una serie di effetti avversi sulla salute…
Pr

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