Per quanto possa sembrare impossibile da credere, Venafro risulta essere più inquinata di Milano. Le due centraline dell’Arpa Lombardia che registrano i valori, in particolare, del Pm10 e del Pm2,5 (almeno) negli ultimi giorni segnalano livelli di polveri sottili presenti nell’aria minori di quelli restituiti dalla stazione di monitoraggio di via Campania a Venafro.
Già così, non ci sarebbe altro da aggiungere. Eppure, ancora una volta si deve sottolineare il caso dei valori del particolato fine che improvvisamente si abbassa a seguito degli allarmi di Primo Piano Molise e dopo un paio di giorni, ancora una volta tra l’altro di sabato e di domenica, torna a galoppare. Sempre peggio, dunque. Domenica, ad esempio, con i mezzi pesanti impossibilitati a circolare, il Pm2,5 in via Campania ha raggiunto i 63 ug/m3 contro la soglia di media annuale fissata a 25 ug/m3 (nel 2020 scenderà a 20). Sabato era andata un pò “meglio”: 43 ug/m3. A conti fatti per oltre 2/3 del mese la centralina ha registrato dati che tranquillamente si possono definire preoccupanti. Primo Piano Molise continuerà a segnalare ciò finché le autorità preposte alla salvaguardia della salute umana magari non si daranno una svegliata.
Ammesso che lo sia altrove, sopportare simili livelli di inquinamento è ovviamente insopportabile in una realtà che offre uno scarso livello di occupazione e poche industrie. A poco serve pure provare a tranquillizzare l’opinione pubblica sostenendo che il Pm2,5 – come è noto e come abbiamo riferito altre volte – va misurato in media annuale (tanto avverrà in Molise a gennaio 2020) perché sarebbe una magra consolazione: basti pensare che solo in Italia ed in Europa per una “dimenticanza” non è stato fissato il limite giornaliero alla concentrazione di particolato fine. I valori di Venafro di questo periodo in particolare sfiorano il massimo consentito persino in Cina, dove le autorità hanno previsto una soglia di 75 ug/m3. Altrove, via Campania sarebbe fuorilegge ovunque: Australia, Giappone, Russia e finanche Usa dove i livelli massimi consentiti arrivano al tetto di 25 e 35 ug/m3.
In attesa comunque della media annuale del Pm2,5, le autorità potrebbero iniziare a dare una occhiata alle contromisure da mettere in campo per gli sforamenti delle polveri sottili Pm10, il cui limite massimo annuo è fissato in 35. In città mancano solo 4 giorni per tagliare il traguardo che dovrebbe far scattare l’allarme e interventi di chi di dovere.
Tuttavia, chi abita, vive e respira a Venafro non è più in grado di attendere nemmeno un minuto altro che giorni: e dunque in ossequio al principio di precauzione statuito dall’Unione europea in tema di salute pubblica chiede di iniziare a ‘spegnendo’ le fonti inquinanti. E un secondo dopo a mettere in cantiere, come da volontà pressoché unanime delle istituzioni locali e regionali, la famosa bretella di Ceppagna – la quale servirebbe a rendere più vivibile Venafro non solo dal punto di vista delle emissioni inquinanti che comunque ci sono dal traffico veicolare – che, almeno formalmente, solo l’Anas sembra aver accantonato. Come a dire, così sembra ormai valere pure per la sanità, la volontà politica non conta più nulla…

2 Commenti

  1. Ornella scrive:

    Del peggio, non manca nulla!!!!! Vergogna!

  2. Carla Raina scrive:

    Anche più inquinata di Milano! Sempre peggio!

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