Pm10, emergenza conclamata. Con tanto di certificazione dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Molise. Venafro, con la centralina di via Campania, è fuorilegge. Nel 2019 è stato raggiunto il limite massimo di sforamenti ammessi dalla normativa vigente. 35 superamenti quotidiani nell’arco di 12 mesi. Al 22 dicembre la città ha tagliato il poco invidiabile traguardo. In pratica, da metropoli. E senza considerare i giorni in cui la centralina è stata “spenta”, in manutenzione.
Insomma, dal campo degli allarmi si passa a quello delle contromisure da adottare per legge. Al di là delle chiacchiere, finora le autorità si sono distinte per l’assenza di qualsivoglia tipo di atto concreto in contrasto all’incredibile – è il caso di dirlo visto che Venafro non è Taranto, non è Milano e nemmeno Napoli – livello di inquinamento che si registra nella Piana. A ciò andrebbe aggiunto il picco raggiunto dal Pm2,5: il particolato fine è ancora più pericoloso e dannoso per la salute e l’altro giorno – 17 dicembre – ha raggiunto il livello di 87 ug/m3 su un limite di 25 ug/m3. Che dire: sempre peggio. E intanto, per ragioni ufficialmente sconosciute, come ricordato dalla deputata 5 Stelle Rosa Alba Testamento nel corso dell’assemblea pubblica “No turbogas”, lo studio epidemiologico di tipo eziologico ancora non parte. Nel senso che ancora non viene firmata la benedetta convenzione tra Comune di Venafro e Cnr di Pisa. Il Ministero della Salute ha riconosciuto in qualche modo l’emergenza sanitaria nella Piana, eppure nessuno si decide ad adottare contromisure… (se si eccettua l’ordinanza di parziale blocco del traffico pesante).
Tornando alla questione più attuale, adesso le autorità preposte dovranno affrontare il tema del superamento del limite massimo di Pm10. Quale termine di confronto, in Molise solo “Termoli 2” ha fatto registrare due sforamenti, tutte le altre stazioni zero. Venafro, è bene ribadirlo, 35.
La normativa italiana sulla qualità dell’aria, in linea con quella europea, dispone di mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove sia buona, e migliorarla negli altri casi. In particolare il dlgs 155/2010 contiene precisi obblighi per le Regioni di predisporre un piano per la qualità dell’aria nel caso in cui i livelli di uno o più inquinanti fra quelli normati superino il valore limite. In dettaglio, la normativa recita – tra le altre cose – che tale piano deve prevedere “le misure necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree di superamento”. Va detto che altrove in Italia sono anche i Comuni autonomamente che, con propri atti, intervengono per ridurre l’inquinamento.

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