Anno nuovo, problemi vecchi e sempre più gravi per la Piana di Venafro. L’Arpa Molise sembra essere finalmente tornata dalle ferie (monitoraggio visibile) dopo l’Epifania, ma nella calza c’è solo tanta cenere e tanto carbone per la comunità… L’inquinamento infatti galoppa più che mai. Nei primi quattro giorni del 2020 si sono registrati ben quattro sforamenti sia delle polveri sottili che del particolato fine. La centralina di via Campania “suona” in continuazione. E sta facendo registrare nuovi – e poco invidiabili – record: in particolare sabato 4 gennaio, con i mezzi pesanti pressoché assenti lungo le strade, per il Pm2,5 è stato raggiunto il ragguardevole livello di 107 ug/m3, mentre la soglia di “tolleranza” per la salute umana sarebbe di 25 ug/m3 (benché da misurarsi in media annuale). Quattro volte oltre la soglia giornaliera…
Se per il Pm2,5 la situazione è preoccupante, figurarsi per il Pm10. Nel 2019 alla fine sono stati ben 39 gli sforamenti, contro un limite massimo ‘consentito’ di 35. L’inizio del nuovo anno, come detto, ha portato con sé già quattro sforamenti in appena sei giorni di rilevamenti. Anche le polveri sottili sono finite alle stelle: sempre sabato 4 gennaio il livello registrato è stato pari a 127 ug/m3 (il limite in questo caso è di 50 ug/m3), il doppio della soglia. A cavallo tra il 2019 e il 2020 Pm2,5 e Pm10 hanno fatto segnalare cinque giorni consecutivi di superamenti del limite. Roba che nelle metropoli – basta aver seguito in questi giorni la cronaca nazionale – scattano i blocchi alla circolazione delle auto e tante altre misure che invece nella Piana di Venafro nemmeno si intravvedono all’orizzonte. Anzi. Ancora nessuna decisione viene assunta in merito allo studio epidemiologico di tipo eziologico. Dopo le bastonate delle Mamme per la salute che, lo scorso 12 novembre, avevano suonato la sveglia sembrava che qualcosa in Comune stesse per muoversi. Invece, nulla. La delibera per l’affidamento del progetto al Cnr di Pisa è ancora nei cassetti di Palazzo Cimorelli nonostante la Regione abbia da tempo trasferito i fondi necessari (60mila euro) e malgrado siano ancora in vigore gli impegni per altre migliaia di euro stanziati da enti locali e gruppi politici (M5S regionale).
In generale, la rabbia dei cittadini che denunciano pure odori nauseabondi (coincidenza: spesso proprio durante i fine settimana) sta crescendo e non è più tempo di nascondere la testa sotto alla sabbia. Il problema c’è ed è grosso come un palazzo. Tanti invocano l’intervento delle autorità preposte che, però, evidentemente sembrano avere altre priorità e interessi: chi, senza scomodare il principio comunitario di precauzione, dovrebbe assicurare ai cittadini un diritto primario e costituzionalmente garantito come quello della della salute e della sua tutela?
Vale la pena forse ricordare anche nel 2020 quanto scritto dal Ministero della Salute e da quello dell’Ambiente in merito al particolato. Il Pm2,5, in particolare, detto anche “particolato fine”, è provocato «un pò da tutti i tipi di combustione, inclusi quelli dei motori di auto e motoveicoli, degli impianti per la produzione di energia, della legna per il riscaldamento domestico, degli incendi boschivi e di molti altri processi industriali. Come per il Pm10, queste particelle sono caratterizzate da lunghi tempi di permanenza in atmosfera e, rispetto alle particelle grossolane, sono in grado di penetrare più in profondità nell’albero respiratorio umano». Anche il particolato Pm2,5 «è in parte emesso come tale direttamente dalle sorgenti in atmosfera (Pm2,5 primario) ed è in parte formato attraverso reazioni chimiche fra altre specie inquinanti (Pm2,5 secondario), anzi si può sostenere senza troppa approssimazione che tutto il particolato secondario all’interno del Pm10 (e che ne rappresenta spesso la quota dominante) sia costituito in realtà da particelle di Pm2,5».
Comunque sia, il problema grosso è che nessuno prende l’iniziativa per ‘spegnere’ le principali fonti di emissione. A parte l’ordinanza di parziale deviazione del traffico pesante assunta originariamente dalla Prefettura e ultimamente dal governatore Donato Toma “a furor di popolo”, non si registrano altri atti concreti ed efficaci di contrasto all’inquinamento se non da parte delle associazioni (segnatamente le Mamme per la salute) e della Regione che ha promesso l’installazione sperimentale delle invise e contestate macchine mangia smog. La diatriba tra i sostenitori dell’inquinamento causato dalle industrie e quelli per i quali è invece responsabilità del traffico veicolare (notevolmente ridotto negli ultimi 10 anni anche grazie alla variante) non sta portando a nulla di buono. A nessuna ipotesi di soluzione.
E in questo scenario a dir poco allarmante, sulla Piana incombono nuove “minacce” ambientali quali la turbogas a Presenzano e altri impianti nel Nucleo industriale.

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