Quella specie di foschia presente, in particolare, per tutta la mattinata di venerdì sulla città di Venafro era una vera e propria cappa di inquinamento. A “certificarlo” i dati della centralina Arpa di via Campania che ancora una volta hanno registrato una situazione preoccupante: Pm10 a quota 110 ug/m3 (su un limite di 50 ug/m3) e Pm2,5 schizzate a 99 ug/m3 (rispetto alla soglia massima di 25 ug/m3). Per le polveri sottili da inizio anno gli sforamenti sono già sette.
Va detto che dopo il ‘boom’ di venerdì, sia il Pm10 che il Pm2,5 sono per certi versi clamorosamente sceso a livelli bassissimi sabato e domenica, comunque in assenza di pioggia e di vento o di mutamenti metereologici…
Stamattina, intanto, scatterà su tutto il territorio l’ordinanza di blocco dei mezzi più inquinanti (fino a euro 3), con l’esclusione della Variante (inizialmente inclusa nel divieto). Sempre in mattinata, alle ore 10 per la precisione, il sindaco Alfredo Ricci terrà una conferenza stampa «inerente alle recenti problematiche ambientali riguardanti Venafro».
In città la maggioranza ha approvato la decisione di Ricci anche se, inevitabilmente, tanti saranno i disagi per gli automobilisti in possesso di mezzi più vecchi. La causa però è di vitale importanza e fino al 20 gennaio occorrerà limitare la circolazione stradale per tentare di arginare il grave inquinamento che colpisce la Piana. Tutti sono altresì consapevoli che il traffico incide – la Regione stima tra l’11 e il 17% – in misura minoritaria. In questi sette giorni di vigenza dell’ordinanza, intanto, gli ambientalisti si stanno organizzando per “monitorare” l’attività degli impianti considerati più impattanti in modo da verificare se l’attività resterà la solita di sempre.
Ai microfoni di Teleregione Molise, lo pneumologo Diego Burraccione ha invitato a tenere alta l’attenzione per la tutela della salute. Lo specialista ha ricordato come l’inquinamento provochi e acuisca i problemi respiratori, dall’asma bronchiale alle bronchioliti nei pazienti più piccoli fino a favorire o accentuare casi di broncopneumopatia cronica ostruttiva.
«È noto come le polveri sottili abbiano una causa anche nell’evoluzione di malattie cardiovascolari. Il consiglio – ha affermato lo pneumologo Burraccione – è di evitare le zone dove vi è maggiore esposizione, dove vi è maggior traffico. Una precauzione può essere rappresentata anche dall’utilizzo di mascherine antismog. Infine, consiglio di tenere le finestre chiuse nei pressi dei posti dove la viabilità è più intensa».
In questi giorni di emergenza, comunque, è cresciuta a consapevolezza della cittadinanza verso i gravi problemi causati dall’inquinamento. Del resto, va detto come nel 2016 l’Italia abbia avuto il poco invidiabile primato di nazione prima in Europa (11esimi al mondo) per decessi dovuti al particolato fine, con la perdita precoce di 45.600 vite umane.
I dati sono quelli tratti dal report internazionale sugli effetti di inquinamento e clima sulla salute umana pubblicato da “The Lancet”, nota rivista scientifica. Secondo i ricercatori, le morti premature a causa dell’esposizione al Pm2,5, in particolare, hanno inoltre provocato una perdita economica all’Italia di oltre 20 milioni di euro. Anche qui dato più alto in Europa.
Non bastasse l’inquinamento dell’aria, Venafro sabato si è ritrovata di nuovo alle prese con la schiuma nel torrente Rava: non si tratta del primo caso, anzi; sempre o quasi questo fenomeno è registrato nei fine settimana quando, cioè, i controlli sono meno stringenti.
Oggi, intanto, ricorrono i tre anni dalla imponente marcia silenziosa anti inquinamento “Ora basta” organizzata in primis da Raffaele Siano. «Con infinita tristezza – ha commentato Siano – devo ammettere che nulla è cambiato: riunioni, tavoli, promesse, solo illusioni per questo amareggiato e deluso ricordo. Resta un grande rammarico: non essere stato capace di ottenere alcuna risposta concreta».
Non tutti però si sono detti d’accordo con tale bilancio in quanto il tema è salito costantemente alla ribalta dell’opinione pubblica e inoltre tre dei cinque obiettivi prefissati sembrano essere stati raggiunti: centralina per monitoraggio del Pm2,5; studio epidemiologico (manca solo l’avvio ufficiale); e “risultati delle analisi effettuate sui campioni di polveri sequestrati sui due camion fermati dai Carabinieri a fine dicembre 2016”.
Al palo invece, oggettivamente, le altre due richieste, ovvero: Registro dei Tumori e opera per garantire una viabilità alternativa (leggasi bretella).

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