Inutile nascondere o negare. L’inquinamento nella Piana di Venafro è, apparentemente, senza motivazioni ed è ormai assolutamente fuori controllo.
E che la situazione sia del tutto eccezionale lo dimostra il fatto che il governatore Donato Toma giovedì alle 11 sarà in città: una convocazione rivolta ai sindaci della Piana nonché all’assessore regionale all’Ambiente, al direttore dell’Arpa Molise e al direttore del Dipartimento II per affrontare l’argomento, partendo chiaramente dalle nuove centraline di rilevamento a Pozzilli e a Sesto Campano chieste dal sindaco Alfredo Ricci e per le quali Toma aveva assunto un impegno con Città Nuova.
Il primo cittadino venafrano ha confermato a Primo Piano Molise la venuta del governatore: «L’incontro segue ai colloqui che ho avuto con il presidente nei giorni e nelle settimane scorse. Toma mi ha da subito garantito impegno diretto. Discuteremo del problema e delle possibili soluzioni».
Ricci ha quindi inteso «ringraziare il presidente perché, dopo l’impegno diretto e immediato con il finanziamento dello studio epidemiologico, ora interviene prontamente anche sulle richieste fatte recentemente. Sicuramente uno degli argomenti in discussione sarà la mia richiesta di collocare ulteriori centraline Arpa per il monitoraggio continuo nelle zone in cui sono ubicati gli impianti produttivi più impattanti».
Intanto gli ultimi dati (quelli di sabato e domenica vengono resi noti soltanto lunedì…) restituiscono una situazione da record assoluto: 131 ug/m3 per il Pm10 e 121 ug/m3 per il Pm2,5. Per le polveri sottili siamo già a 18 sforamenti da inizio anno su un massimo consentito di 35. Per il particolato fine, quello molto più pericoloso per la salute umana, è stata raggiunta una vetta da brividi: 121 contro il ‘limite’ di 25 ug/m3.
Se è vero che Colacem è spenta e che di sabato circolano molti meno mezzi pesanti, e se è vero che sabato in città ha piovuto, diventa difficile credere che la centralina Arpa di via Campania hanno potuto registrare simili valori. È una situazione così preoccupante che a quanto pare alcuni cittadini si starebbero organizzando per produrre un esposto in Procura valutando l’eventuale omissione di atti di ufficio e il disastro ambientale.
Il “guaio” è che non regge più nemmeno il “mal comune mezzo gaudio” del “in tutta Italia ci sono sforamenti” poiché se a Torino, Milano, Napoli, Frosinone, i livelli di inquinamento sono facilmente spiegabili e comprensibili, lo stesso non si può dire per Venafro. Gli impianti industriali sono diminuiti nel corso degli anni, così come il traffico veicolare grazie anche alla realizzazione della Variante…
Insomma, i residenti sono stufi e, comprensibilmente, non vogliono attendere i due anni per i risultati dello studio epidemiologico. Anche perché una volta “morti” ha poco valore sapere per “mano” di chi. L’obiettivo adesso è tentare di fermare la mano che carica la “pistola”.
Sia chiaro, è indubbio che a contribuire a simili livelli siano anche fattori climatici. Fattori che, però, non possono spiegare tutto. Se è vero che le sostanze inquinanti restano “imprigionate” sotto la cappa, è altrettanto vero che qualcuno quelle sostanze deve produrle. Traffico, riscaldamenti, agricoltura, allevamenti, impianti industriali: per il principio di precauzione forse occorrerebbe imporre uno stop un pò in tutte le direzioni. Il solo traffico, infatti, è un capro espiatorio ma, come del resto si è visto, non rappresenta la soluzione.
Per questo, i cittadini starebbero approntando un esposto chiedendo alla magistratura eventualmente di individuare i responsabili della incresciosa situazione e di valutare, poi, se sussistono responsabilità su chi avrebbe dovuto intervenire ma non lo ha fatto mancando la tutela di un diritto costituzionalmente garantito come quello alla salute.
Inoltre, all’Arpa la richiesta che arriva dagli ambientalisti è di voler rendere pubblici per ogni inquinante monitorato anche i dati riferiti ad ogni singola ora come tra l’altro avveniva in passato e come fanno tuttora le altre Agenzie.
riccardo p

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