La notizia del via ai lavori per la costruzione della turbogas a Presenzano non è passata inosservata alle Mamme per la salute ed alle associazioni che avevano depositato nei giorni scorsi una istanza per la sospensione dell’autorizzazione.
Per conto delle Mamme, del Parco dell’Olivo di Venafro, del Wwf Molise, del Cif di Venafro, del Collettivo Divergente e di Città Nuova, ieri l’avvocata Giuseppina Negro ha formalizzato una diffida alla Edison, inviata per conoscenza anche ai Carabinieri ed alla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Insomma, si fa sul serio. Per le Mamme, in particolare, la multinazionale usa belle parole sul proprio sito web ufficiale ma poi i fatti sono che vengono ignorate le istanze del territorio.
«Sul sito della Edison si legge: “Trasparenza, condivisione e coinvolgimento: progettiamo un futuro sostenibile assieme alle comunità che ci ospitano. Il fattore che abilita la politica di sostenibilità di Edison è il confronto continuo con tutti i nostri interlocutori a livello internazionale, nazionale e locale. Il futuro dell’energia e della nostra azienda passa attraverso la collaborazione: per questo motivo abbiamo identificato delle strategie per coinvolgere sempre di più i nostri stakeholder per la definizione delle iniziative di sostenibilità di Edison”. Belle parole, le stesse che leggiamo e ascoltiamo da anni, scritte e pronunciate da tutte le multinazionali che guardano esclusivamente ai propri interessi economici. Di fatto, al momento, Edison è attiva con le sue ruspe nonostante le richieste degli stakeholder di sospendere un’autorizzazione ottenuta 11 anni fa mai resa esecutiva e attualmente in fase di riesame Aia: le belle parole risultano offensive e sicuramente prive di senso per chi sta vivendo un vero attacco al diritto alla salute che i cittadini difenderanno ad oltranza». La diffida, dunque, mira alla sospensione dei lavori in attesa del riesame dell’Aia.
L’interrogazione. Sul fronte turbogas, poi, ieri è arrivata anche la nuova interrogazione della deputata 5 Stelle Rosalba Testamento, secondo la quale è «necessario verificare le effettive emissioni in base ai continui avviamenti e ai carichi di utilizzo dell’impianto».
Infatti, la parlamentare si è rivolta al ministro dell’Ambiente grillino Sergio Costa sottolineando come «nella documentazione presentata, Edison riferisce un funzionamento futuro della centrale per 8.160 ore all’anno, una produzione annuale di energia elettrica pari a 6.287 GWH e un rendimento netto del 60,8%, tutte previsioni legate a un’attività continua dell’impianto all’intera potenza nominale (850 Mw). Tuttavia, la sua realizzazione, assieme a quella degli altri impianti a ciclo combinato che s’intende costruire nei prossimi anni, si basa sul sistema europeo del capacity market, col quale si assegna un premio-incentivo agli operatori capaci di garantire fonti di energia elettrica in caso di necessità o carichi imprevisti.
Pertanto, secondo tale sistema, agli impianti a ciclo combinato come quello di Presenzano non viene richiesto un funzionamento a ciclo continuo, bensì con una combinazione ottimale accensione-spegnimento, quindi con avviamenti e spegnimenti molto frequenti, prevista da Terna e con carichi ben al di sotto della potenza nominale».
Per questo motivo «ho indirizzato al Ministero dell’Ambiente un’interrogazione chiedendo, anche mediante il diretto coinvolgimento di Ispra, di attivarsi al fine di appurare i reali cicli di utilizzo della centrale da parte di Edison e le effettive ricadute in termini di emissioni di ossido d’azoto, ossido di carbonio e anidride carbonica per chilowatt-ora prodotti».
In effetti, ha sostenuto la Testamento, «per gli impianti uguali a quello di Presenzano la correlazione tra il loro parziale utilizzo e il considerevole aumento delle emissioni per chilowatt-ora prodotti è dimostrata da esperienze e studi. In primis i dati sulla vicina centrale di Aprilia per la quale nella dichiarazione ambientale si prevedeva, rispetto a un suo utilizzo alla potenza nominale, un rendimento del 59,5% mentre nel triennio 2014-2016 il rendimento effettivo ha oscillato tra il 49,84% del 2014 e il 52% del 2016 con un aumento delle emissioni di Co2 del 16,6%. Ciò è avvenuto proprio perché la centrale ha lavorato a un carico parziale, mediamente inferiore al 50%. In secundis l’autorevole Rapporto Emas del 2016 sulla centrale di Sparanise, nel quale viene confermato il modesto rendimento dell’impianto e si attribuisce il 10% del totale delle emissioni di ossido di azoto e ossido di carbonio proprio agli avviamenti».
Pertanto, «il controllo delle emissioni prodotte da tali impianti dovrebbe essere fatto tenendo presente i loro parziali carichi di utilizzo e i continui avviamenti».
Nella stessa interrogazione la Testamento ha chiesto a Costa «se non ritenga opportuno esaminare ulteriormente le modifiche apportate da Edison al progetto originario, soprattutto la reale efficacia del sistema catalitico di riduzione degli ossidi d’azoto rispetto alla nuova turbina di classe H che verrebbe installata e al Ministero dello Sviluppo economico se non ritenga altresì procedere a una verifica di compatibilità di tale progetto con i requisiti di accesso al sistema di premi e incentivi previsto dal capacity market».
Pr

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