È stato suo malgrado immortalato, con tanto di foto e video, il “malcapitato” che l’altra sera ha avvertito l’impellente esigenza di espletare dei bisogni fisiologici a pochi passi dai binari, mentre altri pendolari attendevano il passaggio del treno. Premesso che l’opportunità di defecare o meno in “pubblico” è una questione a parte – seppure, chiaramente, non secondaria -, ciò che rileva è il disservizio che da mesi ormai si registra alla stazione ferroviaria di Venafro. Da quando ha chiuso il bar, infatti, per gli utenti delle Ferrovie è impossibile poter adempiere alle esigenze fisiologiche.
Quando era aperto il bar, la soluzione – come recita ancora oggi il cartello affisso dalle Ferrovie dello Stato – era chiedere la chiave dei bagni al personale dell’attività commerciale. Dal momento in cui, però, l’attività ha abbassato per sempre la saracinesca, il problema è esploso.
Non è la prima volta, in realtà, che vengono segnalati casi di espletamento di servizi fisiologici in luoghi inopportuni: in passato, infatti, c’è stato chi ha defecato praticamente a ridosso dei binari, proprio davanti alla porta dei bagni della stazione. Il caso dell’altra sera, comunque, non è da meno. Con l’’aggravante’ che ad attendere il treno c’erano anche donne e bambini, che hanno dovuto loro malgrado assistere alla scena.
Al di là del fatto che è inaccettabile decidere di svolgere i propri bisogni fisiologici in pubblico, va detto anche che chi non è di Venafro magari non sa che nei paraggi della stazione, anche se ad almeno 150 metri, ci sono bar ed altre attività commerciali, e quindi si comporta (male) di conseguenza.
La questione è che Ferrovie, il Comune o chi per esso, come sottolineato dagli allibiti spettatori della scena, dovrebbe garantire la presenza di bagni pubblici, volendo basterebbero anche quelli chimici.

Rp

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