«Non siamo appestati, non abbiamo alcun problema: niente febbre, niente tosse, nessun sintomo. Abbiamo solo avuto il caso che il padre di una nostra dipendente sia risultato positivo al contagio. Cosa che poteva capitare a chiunque… In ogni caso come comunità supereremo anche questa». Sono amareggiati ma non mollano i titolari del supermercato in questi giorni in bocca a tanti, forse troppi, che non stanno lesinando sforzi per danneggiare ancor più l’attività ‘colpita’. Nelle chat, sui social circolano le teorie più strampalate a cui nessuna persona dotata di senno darebbe credito ma che, purtroppo, in periodo come quello attuale sta provocando gravi danni. Anche economici ma non solo. «In un periodo già di difficoltà come è noto, stiamo registrando un crollo verticale delle vendite. La gente, non tutti i clienti per fortuna, non viene perché si è diffusa la voce che il supermercato sarebbe contaminato…(!)».
Insomma, quasi come Chernobyl secondo assurde teorie. Eppure, chiaramente poiché non ce ne sono motivi, nessuna autorità ha imposto alcunché. Il giorno della diffusione della notizia del contagio dell’anziano di Sesto Campano – a proposito: i due compagni di stanza al San Raffaele di Cassino sono risultati negativi – era addirittura ciroclata la voce che il supermercato fosse stato chiuso. Ovviamente, nulla di vero. Eppure, in tanti preferiscono girare a largo. Va comunque detto che così come ci sono cittadini eccessivamente allarmati verso la situazione specifica, ce ne sono tanti allarmati in generale, ma anche molti che con catene via social stanno invitando a sostenere l’attività dove lavora la figlia dell’82enne ricoverato allo Spallanzani e attualmente in quarantena con i conviventi. Stanno tutti bene, così come stanno bene gli altri dipendenti del supermercato nonché i titolari che a un certo punto avevano pensato di sporgere querela per le tante voci infondate che circolano anche via Whatsapp.
Al momento nessuno ha dato alcuna disposizione specifica. In ogni caso, a titolo precauzionale un dispenser di gel disinfettante è a disposizione dei clienti all’ingresso.
All’attività in questione è arrivata pure la solidarietà del sindaco Alfredo Ricci il quale ha voluto far sentire la vicinanza delle istituzioni ad un operatore che sta vivendo uno sfortunato momento di difficoltà.
Sui social per fortuna circolano anche altre “catene” buone. Così, su una nota pagina Facebook è apparso un messaggio che è un invito alla positività e a sostenere Venafro.
«Stiamo vivendo giorni di panico – si legge -, ci rendiamo rendo conto che al di là del gioco, del voler prendere questa storia del virus “sottogamba”, la paura c’è, sia per noi stessi che per i nostri cari, tenendo inoltre in considerazione che i nostri servizi sanitari non sono tra i più efficienti ed è già difficile pensare di stare male per qualunque altro malanno, figuriamoci per affrontare un virus che si è diffuso così rapidamente. Al di là di ogni discorso preventivo, delle precauzioni da adottare che oramai sono note e ben chiare, al di là delle polemiche che ci sono e ci saranno sempre speriamo con tutto il cuore che questa epidemia faccia meno danni possibile, che ciascuno di noi affronti la cosa con la maggiore serenità possibile, poiché ogni cosa alimentata dall’ansia e dal terrore non dà mai buoni risultati… L’augurio è che si azzeri il numero di contagi sia per la nostra città che per il resto del mondo. E poi mi auguro che ogni notizia in merito a questa emergenza venga sempre valutata attentamente prima di farla diventare una verità assoluta. Perché prima o poi questa emergenza cesserà, ma i danni che sta riportando un’economia già povera di suo, chi potrà arginarli? Aiutiamoci – quindi l’invito -, sosteniamo l’economia locale: questo è un fattore di primaria importanza! Forza Venafro».
Da Venafro a Pozzilli, dove la sindaca Stefania Passarelli, oltre a rilanciare il decalogo ministeriale del comportamento a cui attenersi in questa situazione ha voluto dire a chiare lettere di restare in casa se non ci sono particolari motivazioni per uscire: «Se ci ammaliamo tutti insieme non ci saranno più posti disponibili per i malati e rischiamo di non poter curare i contagiati. Per questo chi può, deve restare in casa per fare in modo che si contagino meno persone possibili. Quando tutto ciò finirà, per tutti noi sarà solo una brutta storia da dimenticare».

Pr

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