Quella di lunedì a Venafro è stata a tutti gli effetti una… tranquilla serata da “panico”.
Il trasferimento di 18 pazienti Covid al Ss Rosario – di cui abbiamo scritto ampiamente ieri – ha infatti letteralmente scatenato il panico in città. Con messaggi, post sui social, audio nelle chat Whatsapp che si sono rincorsi per tutta la serata. La gran parte della popolazione, in effetti, non era al corrente della situazione. E cioè che la Regione e l’Asrem in mattinata avevano deciso di collocare nella Rsa dell’ospedale di Venafro gli anziani positivi asintomatici della casa di riposo di Agnone e quelli in precedenza ospitati nella casa alloggio di Cercemaggiore e poi ricoverati al “Vietri” di Larino.
Il trasferimento è durato tutta la serata, fino a notte inoltrata. La colonna di ambulanze della Croce Rossa di Roma, scortata dalla Protezione civile e dai Carabinieri, ha suscitato impressione nella cittadinanza, richiamando alla mente scene da guerra vissute di recente al Nord.
Poco prima di mezzanotte, quindi, una dopo l’altra le ambulanze in fila hanno scaricato i pazienti, che il personale sanitario – assunto appositamente per l’emergenza – ha provveduto a collocare all’interno della Rsa trasformata in reparto Covid.
In città qualcuno ha iniziato a far circolare la voce dell’organizzazione di “barricate” per impedire l’arrivo dei pazienti positivi – soprattutto perché nessuno aveva preventivamente informato la cittadinanza impaurita dagli eventi – ed anche di una rivolta all’interno dell’ospedale. Fortunatamente, nulla di tutto ciò corrispondeva al vero: ai cancelli dell’ospedale solo militari dell’Arma e giornalisti. In merito alla presunta rivolta, comunque prima dell’arrivo delle ambulanze, in effetti va detto che la situazione di grande incertezza e improvvisazione ha fatto esplodere la tensione all’interno del nosocomio, al punto che si è reso necessario l’intervento risolutivo dei Carabinieri. Tuttavia, nulla a che vedere con ipotetiche proteste contro l’arrivo dei pazienti positivi bensì, a quanto pare, problemi “organizzativi” interni acuiti dalla eccezionalità del caso.
PASTI SUL DAVANZALE E PANE APPOGGIATO A TERRA. Il senso di improvvisazione ha però pervaso anche tutta la giornata di ieri. A quanto pare il personale neo contrattualizzato per l’occasione ha dovuto inizialmente ‘arrangiarsi’ con i dispositivi di protezione. ‘Arrangiata’, per usare un eufemismo, è stata pure la consegna dei pasti. Una foto, che rischia purtroppo di diventare simbolo dell’improvvisazione (sarebbe ingeneroso attribuirla agli addetti), mostra i piatti chiaramente sigillati da servire ai pazienti Covid appoggiati sul davanzale della finestra e il sacco con il pane appoggiato a terra in attesa di essere prelevato dal personale interno.
LA VERSIONE DELL’ASREM. Tutto è ruotato intorno allo scarso preavviso con cui è stata condotta l’operazione. Con roventi polemiche in città per l’assenza di comunicazioni su quanto stava avvenendo. Il dg Asrem Florenzano ieri ha spiegato i perché della incresciosa situazione creatasi. A partire dall’orario in cui è stato effettuato il trasferimento. Il direttore generale ha così ricordato che gli ospiti della casa di riposo di Agnone risultati positivi al Covid erano stati in pratica lasciati all’abbandono, quindi si è reso necessario un intervento urgente. E sulla scorta di quanto deciso dal Consiglio regionale ci si è mossi con un piano d’emergenza che ha comportato l’attivazione di Protezione civile e Croce Rossa nazionali. Mobilitare un tale schieramento di forze da Roma ha richiesto tempo. La ‘fretta’ ha causato pure un cortocircuito nelle comunicazioni con i familiari dei pazienti: per questo Florenzano si è pubblicamente scusato. Il dg Asrem, poi, ha pure spiegato perché l’ospedale di Venafro e non quello di Agnone: in sostanza per via del fatto che da Venafro, in caso di necessità, è più facile raggiungere il “Cardarelli” di Campobasso, attrezzato con la Terapia intensiva.
Ieri intanto in città nel pomeriggio su iniziativa del presidente della pro loco Giustino Guarini dal convento hanno risuonato le note dell’Inno di San Nicandro in segno di solidarietà e vicinanza agli ospiti Covid del Ss Rosario.

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