Il territorio di Venafro è più inquinato di quello di Sesto Campano. Ma va subito detto che il raffronto dell’Arpa Molise è stato svolto tra la centralina fissa dell’Agenzia di via Campania ‘contro’ il laboratorio mobile, sempre dell’Agenzia, nella parte alta del paese e non, quindi, nei pressi della Statale 85 Venafrana. La scelta è stata motivata dall’Arpa con il fatto che davanti al Municipio sestolese la stazione mobile aveva già rilevato dei dati in una precedente campagna di alcuni anni fa.
Al monitoraggio straordinario si è arrivati, ricordiamo, a seguito dei continui sforamenti di Pm10 avvenuti a cavallo tra dicembre 2019 e gennaio 2020. Superamenti che hanno portato, nelle settimane successive, anche al blocco del traffico nel territorio di Venafro. Blocco che però, come testimoniato pure dalle recenti registrazioni dei valori delle polveri sottili, pare incidere poco sul livello di inquinamento.
Sia come sia, lo scorso 30 gennaio 2020 si è svolta una riunione tecnica presso il Comune di Venafro con la finalità di individuare interventi volti ad implementare il monitoraggio della qualità dell’aria nella Piana di Venafro. Il tutto al fine di «caratterizzare le polveri per l’individuazione delle principali fonti di inquinamento». A tal proposito, Arpa Molise aveva redatto un progetto per l’acquisizione delle risorse necessarie, che prevede, tra l’altro, l’acquisto di due mezzi mobili e di strumentazione da laboratorio per un totale di circa 1 milione di euro.
L’indagine, parzialmente avviata nei mesi scorsi, ha l’obiettivo di migliorare le conoscenze del particolato (Pm10 e Pm2,5) presente in atmosfera nella piana di Venafro e a tal fine «saranno raccolti campioni di particolato sui quali verrà eseguita l’analisi della composizione chimica (speciazione)».
Dunque, «il campionamento del particolato atmosferico verrà realizzato attraverso l’impiego di centri mobili, appositamente attrezzati e posizionati nel territorio della Piana di Venafro. Lo studio prevede, inoltre, fasi di interpretazione e analisi dei dati raccolti. In particolare, è previsto l’utilizzo di modelli al recettore per cercare di attribuire il peso delle varie sorgenti di emissione di inquinanti in atmosfera (source apportionment), al fine di fornire supporto agli enti preposti al governo del territorio per l’adozione di opportuni provvedimenti ambientali per il miglioramento qualità aria».
In attesa pertanto di acquisire la strumentazione necessaria alla realizzazione della caratterizzazione, come concordato nella riunione tecnica del 30 gennaio 2020, saranno svolte campagne di monitoraggio del particolato con l’ausilio del centro mobile nei territori di Sesto Campano, Montaquila, Pozzilli e Venafro.
Come detto, le misurazioni sono già iniziate da Sesto Campano, dove il laboratorio è stato posizionato però nella parte alta del paese: «Il monitoraggio è stato effettuato nello stesso sito dove è stata svolta una campagna nel mese di luglio 2016 – ha spiegato l’Arpa -. La durata della campagna è stata di 15 giorni durante i quali è andato perso un solo dato, il monitoraggio è stato discontinuo a causa del verificarsi di ripetute interruzioni dell’energia elettrica».
In ogni caso, «le concentrazioni misurate a Sesto Campano, in valore assoluto, sono sempre state più basse di quelle misurate dalla stazione di monitoraggio “Venafro2”; si nota, inoltre, un andamento qualitativo paragonabile delle concentrazioni misurate».
In attesa di misurazioni più “lunghe” e puntuali, va detto che il Pm10 – il cui valore limite è di 50 ug/m3 – è stato accertato (nel periodo febbraio/marzo 2020) in misura media pari a 17 ug/m3 per Sesto Campano (parte alta del paese, dove già i precedenti campionamenti avevano rassicurato la popolazione) e pari a 29 ug/m3 per Venafro.

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