Annamaria Belmonte, medico e professionista della sanità in Molise. Perché ha scelto di mettersi in gioco alle parlamentarie 5s e poi alle politiche?
«Il Movimento 5 stelle permette ad ogni cittadino iscritto di potersi candidare nelle liste politiche e amministrative. Io mi sono proposta sulla spinta di un ideale di riforma della sanità, di giustizia, di equità sociale e di rispetto dell’ambiente che attualmente solo il M5S incarna nella maniera più completa. Voglio ricordare, infatti, che nella legislatura che sta terminando il Movimento ha attuato l’80% del programma redatto nel 2018 nonostante la necessità di dover governare sia con la Lega che con il Pd a causa di una legge elettorale, votata dalla maggioranza del Parlamento, che determinò nei fatti l’impossibilità di governare l’Italia per quelle forze politiche che non si presentarono agli elettori in una coalizione, pur ottenendo la maggioranza dei voti. Ecco perché M5s fu costretto a siglare un contratto di governo con la Lega e col Pd sia nel Conte 1 che nel Conte 2, riuscendo a polarizzare sui propri obiettivi i due partiti opposti. In tal senso la linea politica adottata dal M5S è stata premiante per l’attuazione del programma anche se penalizzante per un declino dei consensi da parte di chi non aveva compreso l’intento di legiferare a favore dei cittadini».
Partiamo dalla sanità. Il servizio di emergenza 118 vive da qualche anno una fase di grande difficoltà. Quali le sue proposte per affrontarla e risolverla?
«In Molise il 118 è partito nel 2000 e inizialmente ognuna delle 16 postazioni era costituita da quattro unità (medico, infermiere, autista e soccorritore). Attualmente, a seguito di pensionamenti o scelte successive e più gratificanti da parte del personale medico e infermieristico, è in atto un ridimensionamento del servizio che ricade pesantemente sui cittadini. Infatti, alcune postazioni sono diventate India, cioè costituite dal solo infermiere (che rimane un valido collaboratore con indiscusse competenze di assistenza al malato), autista e soccorritore.
La nostra Regione non ha dato luogo a quanto previsto dalla legge di riforma del Ssn, tuttora in vigore, e cioè assumere il personale medico del 118 con un semplice esame di idoneità, permettendo non solo un ruolo più gratificante per le tutele pensionistiche e della malattia e infortuni ma anche uno sviluppo di carriera nell’ambito del sistema di emergenza urgenza. Questa situazione è presente su tutto il territorio italiano dove, accanto a medici dipendenti, vi sono medici ancora in convenzione a tempo indeterminato. Ecco perché è fondamentale che il servizio del 118 diventi pubblico, rappresentando il baluardo di prima linea per far fronte ai problemi acuti di salute dei cittadini, prima ancora del Pronto soccorso».
Per molti assistenza sanitaria vuol dire ospedale. Lei cosa ne pensa?
«A seguito della riorganizzazione dovuta al decreto Balduzzi entrato in vigore nel novembre 2012, l’ospedale Cardarelli di Campobasso è stato progressivamente depauperato di alcuni reparti e di posti letto. Il regolamento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera è stato emanato solo nel 2015 ma la giunta regionale di allora non vi ha opposto le ragioni della particolare olografia del Molise, prevista tra l’altro nel decreto, con la quale avrebbe potuto difendere non solo il mantenimento in capo al Cardarelli del reparto di neurochirurgia, ma anche “strappare” a tale ridefinizione quantitativa dei posti letto un numero maggiore soprattutto in quei reparti che vedono un incremento delle patologie di tipo internistico, dovuto sia ad un aumento dell’inquinamento ambientale che a fattori stressogeni e di alimentazione conseguenti ad abitudini di vita correlate al progresso.
Tuttavia l’ospedalizzazione di un cittadino è solo l’extrema ratio, per le patologie acute; invece per le patologie croniche che necessitano di un’assistenza più costante si prevede il potenziamento del distretto sanitario, già contemplato nella legge di riforma sanitaria in vigore, e che viene rivisto nel senso che si dovrebbe costituire la Casa della Comunità dove i cittadini troveranno assistenza h24 ogni giorno della settimana.
Gli studi dei medici di famiglia (definiti spoke delle Case della Comunità) saranno collegati in rete per garantire aperture h12 sei giorni su sette.
All’interno del distretto vi saranno poi gli Ospedali di Comunità con una costante assistenza infermieristica e serviranno per la presa in carico dei pazienti nelle fasi post ricovero ospedaliero o in tutti quei casi dove c’è bisogno di una particolare assistenza vicino al domicilio del paziente.
Si prevede anche la figura dell’infermiere di famiglia che saranno impiegati in molte delle nuove strutture definite dal decreto e da ultimo, ma molto importante, la previsione della telemedicina».
Ecco, in generale la digitalizzazione è un aiuto formidabile nell’erogazione dei servizi essenziali. Come si potrebbe sfruttare al meglio il fascicolo sanitario elettronico?
«Il fascicolo sanitario elettronico è lo strumento attraverso il quale il cittadino può tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti per garantire un servizio più efficace ed efficiente. È del luglio scorso la pubblicazione in Gazzetta delle linee guida per l’attuazione del fascicolo sanitario per cui è previsto anche un finanziamento del Pnrr. I finanziamenti serviranno ad acquisire supporto organizzativo, manageriale e strategico. Ma anche formazione a livello regionale e locale per la creazione di un ambiente di dati omogeneo, coerente e portabile in tutto il territorio nazionale e la realizzazione e implementazione di un Repository centrale interoperabile; l’85% dei medici di base dovrà alimentare il Fascicolo entro il 2025 e tutte le Regioni e Province autonome dovranno adottarlo e utilizzarlo entro il 2026.
La pandemia da Coronavirus ci ha messo di fronte all’importanza dell’informatizzazione del sistema sanitario e ha influito molto anche sull’aumento della conoscenza e dell’utilizzo di questo strumento, con il quale le persone hanno potuto scaricare referti dei tamponi Covid, Green Pass e certificati vaccinali. A oggi, secondo le stime dell’Osservatorio sanità digitale del Politecnico di Milano, il 55% dei cittadini ha sentito parlare del Fse almeno una volta, rispetto al 38% degli anni precedenti. E il 33% dichiara di averlo utilizzato, rispetto al 12% di prima».
E la cartella clinica informatizzata?
«La cartella clinica elettronica è uno strumento fondamentale che serve non solo per aggiornare i dati di un paziente ricoverato ma anche per evitare la manomissione degli stessi e per accelerare i tempi di consulenze fra reparti; la sua implementazione con altri dati provenienti, ad esempio, dagli interventi di emergenza fatti sul territorio eviterebbe la frammentazione degli stessi in due diversi database, accelerando il flusso di informazioni al momento dell’accesso dell’ambulanza in Pronto soccorso con riduzione dei tempi di attesa per i codici di urgenza non differibili (codici gialli) e i rossi. Infine, grazie all’integrazione col Fascicolo sanitario le lettere di dimissioni del paziente sarebbero immediatamente consultabili dal medico di base che avrebbe contezza di tutti gli accertamenti eseguiti sul suo assistito. Migliorerebbero le cure post-degenza e si eviterebbe la ripetizione di accertamenti strumentali non necessari nel breve periodo».
Se verrà eletta quali sono le altre priorità che tratterà per il Molise?
«La prima priorità del nuovo governo che cercherò di perseguire riguarda la sanità con lo scopo di riconsiderare il decreto Balduzzi alla luce delle difficoltà di collegamento viario delle zone del Molise; rivedere il numero dei posti letto rivalutando quelli che dal pubblico sono stati “offerti” al privato; riportare la sanità sotto il controllo dello Stato modificando il Titolo V della Costituzione; riorganizzare le liste d’attesa con un più stretto monitoraggio secondo le linee dell’Osservatorio nazionale liste d’attesa; organizzare i distretti sanitari per la medicina territoriale coinvolgendo direttamente i medici per una migliore distribuzione delle cure; migliorare le infrastrutture per cui sarebbe necessario fare passare la manutenzione delle strade provinciali alla competenza Anas; completare la progettazione della superstrada che unisca la A14 alla A1 di cui il primo lotto necessita ancora del completamento della progettazione, fin qui sono stati fatti solo annunci, e che unisce lo svincolo di Venafro con Mignano Montelungo; migliorare i collegamenti ferroviari per accelerare la tempistica degli spostamenti infraregionali; favorire l’accelerazione della rete internet con la fibra in tutti i territori della regione affinché se ne giovino le imprese per favorire gli scambi commerciali e il lavoro da remoto nonché favorire la nascita di nuove imprese informatiche e start up innovative; favorire lo sviluppo turistico con la promozione del nostro territorio che presenta sia la stazione sciistica di Campitello che una bellissima costa con particolari ambienti dunari da preservare per la flora e fauna ivi presenti.
Ovviamente, al di là delle proposte che si possono fare alla Camera dei Deputati, molto sta nell’applicazione sul territorio delle varie leggi nazionali e ciò dipende dalla leale collaborazione degli amministratori locali per far sì che il Molise inizi ad accelerare il passo e da regione dormiente e rassegnata alla mediocrità sviluppi un ingegno imprenditoriale che trovi una burocrazia più snella e al suo fianco».
Lei è capolista alla Camera per M5s. Nel 2018 il Molise diede una fiducia quasi totale al Movimento. I risultati però non sono stati lusinghieri. Tre parlamentari su quattro hanno lasciato il Movimento o sono stati espulsi. In poche parole, perché dare fiducia oggi al Movimento di Conte?
«Bisogna votare il M5S perché è l’unico partito che in tre governi è riuscito a sviluppare l’80% del suo programma del 2018. Sia nel Conte 1 che nel Conte 2 e nel governo Draghi ha difeso strenuamente le buone leggi approvate. Infine, Conte è l’unico leader che attualmente parla di negoziare la pace fra Ucraina e Russia a dispetto di tutti».
rita iacobucci

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