La buona notizia – e di questi tempi è davvero raro trovarne così – è che gli interinali di Molise Acque possono tirare un sospiro di sollievo: l’accordo firmato venerdì scorso garantisce il loro rientro nell’azienda speciale, blinda l’esperienza e l’anzianità che hanno maturato in questi anni di precariato e costituisce l’unico passo possibile da compiere, ai sensi delle normative vigenti, verso la stabilizzazione. Che significa la possibilità, a breve, di sottoscrivere quel contratto a tempo indeterminato che rappresenta certezze e futuro. Un risultato rilevante – al quale hanno contribuito da protagonisti la Uil e la Cgil – che segna un punto a favore dei lavoratori tutti, sia quelli che hanno dato l’assenso all’intesa sottoscritta il 26 giugno sia quelli che hanno avviato altri percorsi (ad esempio quello giudiziario): ha validità erga omnes, vale per tutti i gli interinali che sono stati ad un passo dal perdere il lavoro. L’accordo, che consentirà ai lavoratori di sottoscrivere un contratto a tempo determinato (per 36 mesi), rappresenta una tappa intermedia obbligatoria: gli interinali ‘entrano’ in azienda, diventano forza lavoro della Molise Acque. Fino a ieri non lo erano, nei fatti, perché lavoratori di una agenzia interinale. È questo il nodo, il rebus che andava sciolto e al quale hanno lavorato da un lato il Cda dell’azienda e dall’altro le organizzazioni sindacali. Tecla Boccardo e Antonio Amantini in primis, con l’intento di fare gli interessi dei lavoratori. «L’accordo sottoscritto venerdì è validissimo – sottolinea con determinazione Tecla Boccardo, segretario generale della Uil –, costituisce un diritto soggettivo che adesso è in capo ad ogni lavoratore; consente di avere diritto alla stabilizzazione, di poter far valere questo diritto anche dinanzi ad un giudice ove mai dovesse servire». Un percorso che la Uil ha affrontato assieme alla Cgil: Tecla Boccardo e Antonio Amantini, come detto, seguono questa vicenda da oltre due mesi, hanno partecipato ai tavoli e hanno sottoscritto l’accordo in forza del mandato ricevuto dai lavoratori (ben 30). Intesa arrivata a conclusione senza l’avallo della Cisl che, invece, ha denunciato presunte illegittimità dell’accordo. «Non scherziamo proprio, queste sono accuse che vanno provate: questo accordo ha forza e validità – rilancia Tecla Boccardo –; c’è chi fa attività sindacale, e quindi cerca in ogni modo di raggiungere accordi e risolvere i problemi con la forza delle norme, e chi invece pensa di risolvere tutto con le controversie per non impegnarsi a trovare soluzioni. Io e il collega Amantini abbiamo fatto attività sindacale. E abbiamo portato tutti i lavoratori ad un accordo pienamente legittimo e normativamente valido. Mi piace ricordare a chi forse non conosce le norme – rintuzza la Boccardo – che per legge gli interinali non avrebbero potuto essere assunti se a monte non veniva sottoscritto l’accordo sindacale. Abbiamo riportato questi lavoratori nell’azienda, affinché non perdano nemmeno un altro giorno di lavoro, attraverso l’unico modo consentito per aprire alla stabilizzazione. Chi dice altro, mi spiace dirlo, non ha ben chiaro quello di cui si parla».
La nota stampa della Cisl, nella quale si ipotizzava la paventata illegittimità dell’accordo e dei titolari del potere di sottoscriverlo, non è stata affatto digerita. E non avrebbe potuto essere diversamente. «Un atto gravissimo – rimarca ancora la segretaria generale della Uil Molise –: si possono avere idee diverse sui contenuti, sui metodi ma accuse di questo tipo non sono ammissibili». Un tentativo di delegittimazione, questa la lettura delle dichiarazioni dei referenti Cisl, che viene respinto con forza e che potrebbe avere anche altre conseguenze. «Noi siamo legittimati a sedere al tavolo, altro che – rimarca Antonio Amantini della Cgil ai microfoni di Teleregione -: abbiamo pienamente titolo: in base alla normativa vigente in materia di diritto del lavoro possono siglare questo genere di accordo le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e quelle firmatarie di contratti nazionali. E la Cgil e la Uil rientrano in queste due categorie.
Abbiamo pienamente titolo, spiace constatare che, con un artificio, si sia posto un problema giuridico invece di ragionare di diversità di vedute. Semmai, dovremmo discutere dei motivi per i quali la Cisl non ha firmato l’intesa».

red.pol.

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