Stroke unit a Campobasso, possibilità di diagnosticare a distanza un ictus attraverso il teleconsulto e di conseguenza possibilità di effettuare la trombolisi – terapia salvavita che blocca l’ictus – non per forza al Cardarelli ma anche, per esempio, nei Pronto soccorso di Termoli e Isernia.
È l’obiettivo finale della rete di telestroke che l’Asrem sta realizzando e che vedrà a breve, entro settembre dicono i vertici, il trasferimento del reparto al quinto piano dell’ospedale del capoluogo di regione (da Isernia dove è attualmente incardinato in Neurologia). Naturalmente prima di arrivare all’obiettivo ci sono ancora step intermedi. Con il provvedimento firmato ieri dal direttore generale Gennaro Sosto – uno degli ultimi atti dell’ingegnere che da lunedì prenderà servizio a capo dell’Asl Napoli 3 – l’Asrem affida a un’azienda marchigiana la fornitura di due piattaforme di telemedicina e teleconsulto. Più comunemente si tratta di ‘robot’ che consentono a strutture di ospedali diversi – centrali e periferiche – di dialogare fra loro. Un sistema su cui Sosto ha scommesso e spinto molto e che al Cardarelli è stato sperimentato qualche mese fa. A fine maggio l’azienda ha avviato un’indagine di mercato per verificare l’esistenza di ulteriori dispositivi e approvato il bando esplorativo. Una sola la proposta arrivata: è dello Studio Pacinotti, che opera dal 1984 nel settore biomedicale.
Sarà l’azienda marchigiana dunque a fornire due sistemi ‘Intouch Lite’ (la foto è tratta dal sito aziendale) comprensivi di installazione e training per il personale, licenze software per cinque anni per un totale di 829.600 euro, oltre alla concessione in comodato d’uso gratuito di un ulteriore sistema ‘Intouch’ per 24 mesi.
Tra le altre forniture, al suo attivo la ditta ha l’installazione nel 2007 della prima rete di teleconsulto multi specialistico tra l’ospedale centrale di Pescara e il Sant’Annunziata di Chieti e i presidi di Penne, Popoli, Guardiagrele e Casoli.
Un settore commissariato da 12 anni, dove mancano medici, infermieri e operatori in genere, dove l’ultima emergenza è la scarsa disponibilità di sangue che ha indotto l’azienda a fermare gli interventi chirurgici programmati. Sono i tanti problemi della sanità molisana. Che, però, da dicembre scorso offre ai propri assistiti la trombolisi (fino ad allora il Molise era l’unica regione in cui la terapia non veniva praticata) e che punta sulla telemedicina – oltre che per scelta strategica – anche per sopperire alla carenza di personale.

r.i.

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