ISERNIA. Incontro al vertice tra la liquidatrice di Oti (officine tessili italiane) e i rappresentanti sindacali dell’azienda. Il summit svoltosi ieri pomeriggio a Pettoranello, si è reso necessario dopo che la dottoressa Giovanna Palermo Di Meo, incaricata dal tribunale di Milano il 10 aprile scorso, ha annunciato l’avvio della procedura del licenziamento collettivo per tutti i dipendenti.
Si tratta di 31 impiegati e 8 operai per i quali il 30 giugno, data in cui scadrà anche la cassa integrazione in deroga, si procederà alla risoluzione dei contratti con la società nata dalle ceneri dell’Ittierre e di proprietà di Ikf. La nuova realtà industriale, grazie all’affitto del ramo d’azienda “operations” di Ittierre spa, aveva preso in carico impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali, licenze e marchi oltre risorse umane necessarie a quella che avrebbe dovuto essere la produzione in serie di modelli di capi delle più prestigiose griffe internazionali.
Oti però adesso sta per cessare definitivamente un’attività che di fatto non è mai partita, stante l’impossibilità di Ikf di produrre investimenti e quindi di accumulare commesse che potessero mettere a frutto la professionalità delle maestranze.
Da questa decisione dell’azienda è scaturita la necessità di procedere ai licenziamenti, necessari per vendere i beni o parte di essi.
La liquidatrice ha spiegato altresì che senza l’arrivo dei fondi per l’area di crisi entro il 30 giugno non si può ipotizzare una soluzione alternativa.
Dottoressa Palermo Di Meo, i sindacati come hanno accolto la notizia del licenziamento collettivo dei 39 lavoratori di Oti?
«I sindacati, che desidero ringraziare personalmente, hanno compreso che il nostro obiettivo è comune e condiviso: fare in pieno l’interesse dei lavoratori e fare il possibile per tentare una ripartenza del polo tessile. Quanto al licenziamento collettivo, il preavviso è stata purtroppo una scelta per me obbligata, della quale rispondo direttamente al tribunale di Milano. Tuttavia, come ripeto, sia i sindacati sia io stessa, faremo il possibile per attuare eventuali misure alternative, se ve ne sarà la possibilità»
Al vaglio ci sono altre soluzioni?
«La Oti Srl, insieme all’Ittierre e sebbene con percorsi autonomi, sta vagliando altre soluzioni ai fini della ripartenza del polo tessile, così da fare anche l’interesse delle relative procedure e di tutti i loro creditori».
Ci sono novità in merito alle trattative in corso per l’eventuale cessione dell’azienda o di parte di essa?
«Su questo discorso ci siamo reciprocamente impegnati anche con i tribunali di Isernia e Milano a mantenere il massimo riserbo, soprattutto al fine di non pregiudicare il buon esito delle trattative e di non suscitare aspettative che poi resterebbero deluse qualora dette trattative non dovessero andare in porto.
Devo comunque aggiungere che l’interesse immediato della Oti Srl, da me rappresentata, è e resta quello di soddisfare in pieno le pretese dei creditori, a cominciare da quelli privilegiati e in particolare da quelle dei lavoratori. Personalmente ritengo, anche in linea con il pensiero dei sindacati, che i diritti dei lavoratori siano intoccabili e che le loro spettanze vadano per quanto possibile garantite in pieno. A questo proposito desidero sottolineare che proprio in questi giorni con i fondi rinvenienti dalla vendita dei 70.000 capi a John Galliano secondo l’impegno già da me pubblicamente assunto, sto pagando le mensilità arretrate ai 39 dipendenti della Oti e nei prossimi giorni completerò il pagamento al cento percento di tutte le loro mensilità arretrate e del Tfr». VC

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