Tre mesi di tempo per trovare soluzioni concrete in grado di garantire agli studenti di Isernia edifici adeguati. È una sorta di ‘ultimatum’ quello lanciato dalle mamme e dai papà del comitato ‘Scuole Sicure’ al Comune e alla Provincia di Isernia.
Con la fine delle lezioni è arrivato il tempo di stilare un bilancio per il sodalizio nato a seguito dell’emergenza esplosa, anche a Isernia, dopo il devastante terremoto che, la scorsa estate, mise in ginocchio le popolazioni del centro Italia. Si torna in classe il 12 settembre e, per quella data, i genitori si aspettano soluzioni.
A evidenziare ancora una volta la necessità di attivarsi è il portavoce del comitato Sandra Marcucci, che ha affidato ad un post su Facebook le richieste, ma anche tanti quesiti che, al momento, continuano a non avere una risposta.
«La scuola è finita – afferma -, ci sono tre mesi senza emergenza per trovare le soluzioni per tutti. Entrambe le amministrazioni, sia comunale che provinciale, hanno tutto il tempo per programmare il rientro a settembre in edifici sicuri, senza la minaccia di doppi turni e senza le lamentele per la mancanza di soldi.
Andassero a bussare dove vogliono, anche tutti i giorni se necessario, se si deve alzare la voce si alzi, se si devono fare scelte coraggiose si facciano».
Il comitato incalza gli enti affinché si agisca in fretta e, al contempo, pone interrogativi rispetto ai progetti messi in cantiere. Partendo dalle scuole di competenza comunale, proprio nei giorni scorsi l’assessore all’Istruzione Sonia De Toma, ha annunciato il completamento, in tempi brevi, dei lavori nella ex sede del V Settore, che accoglierà gli alunni della San Pietro Celestino. Il ‘dilemma’ resta invece legato al plesso di San Leucio che, dalle previsioni fatte, dovrebbe essere ultimato al massimo entro la fine dell’anno.
«Dobbiamo contendercelo come un osso – chiede la portavoce del comitato -?. Non è dignitoso, non è giusto e non è democratico stabilire che una scuola media sarà al sicuro e l’altra no. E per sicurezza non si intende un calcolo delle probabilità, si intende certezza matematica che non può accadere nulla ai nostri figli.
Ciò esclude entrambe le scuole medie della nostra città, secondo anche quanto affermato mesi fa dall’assessore De Toma confermando in un’intervista che “le scuole non sono antisismiche” ».
E tante criticità vengono messe sotto la lente anche per quel che riguarda gli istituti di competenza della Provincia. «Abbiamo ancora una situazione di sovraffollamento nelle strutture non antisismiche (di alcune non si conosce nemmeno il grado di vulnerabilità e ancora meno il grado di rischio sismico) – ricorda Marcucci -.
Per il Cuoco la scommessa è in questi due, tre mesi. Dopo aver assistito (con grande piacere) alla riapertura del Fascitelli dopo più di otto anni, si può comprendere lo scetticismo per la riapertura del Cuoco in così breve tempo. Ma magari i miracoli preelettorali esistono quindi stiamo a guardare.
Per il Fermi si è parlato di un fantomatico finanziamento che se mai arriverà nel 2017, come più volte dichiarato dalla Provincia, non sarà risolutivo per una struttura che necessita di ben altri interventi. Ricordo che il finanziamento richiesto di 2 milioni e mezzo sarà destinato all’abbattimento del terzo piano e all’adeguamento di due corpi su otto».
E ancora. I genitori chiedono di sapere cosa è stato previsto per le altre sei scuole.
«Il Manuppella poi non è proprio pervenuto – sottolinea la portavoce -. Giace nel limbo degli edifici dimenticati, tanto che pure il riscaldamento quest’inverno ha dato forfait. Il Majorana continua ad essere sovraffollato, nonostante proprio nello stesso edificio ci siano dei locali liberi che potrebbero essere presi in affitto dalla Provincia.
Da qui l’ennesimo appello a Comune e Provincia. «Beh amministratori – conclude -, davanti a voi avete tre mesi per trovare un posto sicuro a tutti i nostri figli, nessuno escluso. Altrimenti coraggiosamente dimettetevi».

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