Vigilia infuocata a Venafro dove domani mattina si intitolerà con una cerimonia ufficiale lo slargo della stazione ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un gesto nobile da parte dell’amministrazione comunale “macchiato” però, a detta dell’opposizione, dalla scelta di uno dei posti meno decorosi della città. «Dico solo che via D’Amelio (riferimento alla strage del 19 luglio 1992, ndr) dopo l’attentato era in condizioni più decorose rispetto allo slargo della stazione!». Apriti cielo. Questa affermazione – caustica a dir poco, più del solito – rilasciata da Alfonso Cantone a Primo Piano Molise ha scatenato accese polemiche. Il sindaco Antonio Sorbo ha bollato come «raccapriccianti» quelle parole.
La frase del capogruppo d’opposizione con annessa bagarre con tanto di ammissione di possibile «gaffe» ha già travalicato i confini regionali considerato che ieri l’uscita di Cantone è stata rilanciato pure dall’Ansa e da alcuni siti web siciliani che hanno parlato di «frase choc».
«Non pensavo – ha confessato il sindaco – che, per polemica politica, si potesse scendere così in basso, ad arrivare ad oltraggiare la memoria delle persone cadute nella lotta contro la mafia e ad offenderne i familiari. Non può esserci nulla di più indecoroso, per una comunità civile, di una strada sventrata da una bomba dell’anti Stato e dei corpi martoriati, ridotti a brandelli, di sei servitori dello Stato tra cui il magistrato Paolo Borsellino. Dichiarazioni di cui Cantone dovrebbe vergognarsi».
Sorbo ha quindi affermato sibillino: «Probabilmente Cantone non ricorda bene le tragiche immagini di quel 19 luglio del 1992. A me, invece, sono rimaste impresse e le ricorderò per tutta la vita. Quel giorno io avrei dovuto festeggiare il mio compleanno e invece, quando nel pomeriggio si è diffusa la notizia, ho iniziato a vivere uno dei giorni più tristi della mia vita».
A conti fatti, il primi cittadino ha auspicato «che Cantone chieda scusa. Venafro non farà alcuna figuraccia, quella avremmo rischiato di farla se questa amministrazione non avesse deciso di intitolare quella piazza, una delle più importanti della città, a questi due eroi. L’avremmo fatta per l’insensibilità e il disinteresse di gente come Cantone a cui, quando amministrava, non è passato nemmeno lontanamente per la mente di rendere omaggio a questi due servitori dello Stato».
Domani mattina, dunque, in questo clima di polemica Venafro «con i suoi giovani, con i suoi cittadini, con i suoi rappresentanti istituzionali farà una bellissima figura perché ricorderà, finalmente, due persone che hanno dimostrato ed hanno insegnato a tutti, evidentemente tranne che a Cantone, come si sta nelle istituzioni».
Il capogruppo d’opposizione non ha lasciato trascorrere nemmeno un’ora e prontamente a replicare al sindaco: «Soltanto la cattiva fede, che è un capriccio imperdonabile per un amministratore e ancor più per un sindaco, poteva favorire un’interpretazione così distorta e faziosa delle mie parole, forse provocatorie ma tutt’altro che irriguardose. Del resto proprio la stima sconfinata che da sempre nutro nei confronti dei giudici Falcone e Borsellino mi ha spinto a denunciare il degrado in cui versa il piazzale della stazione, e che è noto a tutti. Perché è indecoroso ed oltraggioso nei confronti della loro memoria, che continua ad essere paradigma di civiltà per le nuove generazioni, associare il loro nome a una pensilina malconcia e a lampioni arrugginiti».
Dunque, Cantone ha soltanto corretto il tiro ma non ha arretrato sulla critica di fondo. «Si continua ad alimentare polemiche, scavando arbitrariamente negli anni, piuttosto che dare dimostrazione di efficienza amministrativa. Resta dunque un’altra occasione persa, forse l’ultima. Spero almeno che l’offesa che ho subito, nelle parole – queste sì – raccapriccianti del sindaco, abbia favorito interventi dell’ultima ora per limitare il danno d’immagine alla città e alla memoria dei due eroi».
A tal proposito, però, Antonio Sorbo ha già fatto sapere che «non siamo degli sprovveduti, la piazza sarà sistemata per quel poco che c’è da fare. Ma un fatto è certo: si trova sicuramente in condizioni migliori rispetto al 2009, quando ad amministrare il Comune di Venafro c’era Alfonso Cantone».
Sia come sia, in conclusione, per il sindaco «quello che è grave è che per una sterile e infondata polemica politica si passi anche sul cadavere dei morti, di quelli che si sono sacrificati in nome dello Stato. Vergogna!».
Polemiche a parte, domani mattina alle ore 10,30 in città giungerà anche l’onorevole Giuseppe Ayala, membro del pool antimafia con Falcone e Borsellino perché «a distanza di quasi 26 anni da quegli omicidi, anche il Comune di Venafro ha deciso di ricordarne l’esempio e il sacrificio».
La cerimonia in piazza si aprirà con l’intervento del sindaco e quindi del prefetto Fernando Guida e di Ayala. Alla cerimonia saranno presenti anche gli studenti delle scuole venafrane. Scuole venafrane che ospiteranno poi – all’Isiss Giordano – l’incontro sui temi della legalità e della lotta alla criminalità.

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