Sprar, Ceppagna si prepara alla rivolta contro «l’invasione degli immigrati». Proprio così. La comunità della frazione si ritroverà infatti domenica mattina in piazza Padre Pio per esprimere forte il proprio grido contro l’accoglienza.
È bastata una indiscrezione circa l’apertura di un centro per scatenare la reazione dei residenti che si sono detti pronti anche a sbarrare la strada pur di evitare una simile evenienza.
In realtà, considerato che Venafro ha aderito al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, il Comune avrà voce in capitolo e da quanto è stato possibile apprendere gli amministratori locali ridimensionano con forza una simile ipotesi. Niente grandi centri, dunque, bensì un’accoglienza limitata nel numero. Addirittura le ultime voci parlerebbero di una decina di arrivi. Gli abitanti della frazione, però, non ci stanno e non sembrano disponibili a garantire ospitalità.
La protesta, dopo l’iniziale passaparola telefonico, è approdata pure sui social network – in particolare Facebook – dove gli utenti stanno condividendo in massa l’invito a partecipare all’assemblea in piazza Padre Pio domenica alle ore 11,30. I ceppagnoli sono dunque «su tutte le furie»: «Prepariamoci ad ospitare nella nostra Ceppagna oltre 60 immigrati… Vogliamo “ringraziare” gli amministratori del regalo che c’hanno confezionato?». Come detto, i numeri non saranno assolutamente quelli, a costo addirittura di cancellare lo Sprar, garantiscono da Palazzo Cimorelli. Ma ormai la bomba è esplosa e la frazione è in rivolta convinta che l’arrivo di extracomunitari possa provocare problemi di sicurezza. Inoltre, i residenti fanno sapere che ormai la frazione non ha più nulla da offrire nemmeno agli abitanti, figurarsi ad “ospiti sconosciuti”.
Sia come sia, si rischia il caos nonostante l’ufficio tecnico comunale, a quanto risulta, non abbia ancora dato l’ok alla sistemazione indicata dal raggruppamento di cooperative che si è aggiudicato il bando da oltre 5 milioni di euro.
Secondo quanto pattuito da Comune e Prefettura di Isernia, al fine di superare la gestione sottoforma di emergenza attraverso i Centro di accoglienza temporanei – sui quali è bene ricordare decide la Prefettura che tratta con i privati – l’ente locale ha aderito allo Sprar. In questo modo, quindi, Palazzo Cimorelli avrà voce in capitolo, tanto è vero che già stamattina dovrebbe far sapere chiaro e tondo alle cooperative interessate che a Ceppagna non si aprirà alcun centro di medie o grosse dimensioni ma che, tuttavia, così come tutto il territorio di Venafro anche la frazione dovrà ospitare un numero “congruo” di migranti, magari solo nuclei familiari considerato che il borgo dista 3/4 chilometri dal centro cittadino e ormai è sprovvisto pressoché di qualsiasi servizio.
Discorsi teorici a parte, adesso la situazione a Ceppagna è diventata incandescente. Sarebbe auspicabile un intervento delle autorità per stemperare le tensioni. Nessuno ha infatti spiegato chiaramente ai cittadini chi sono i possibili ospiti, cosa faranno e quanti saranno. Al momento, c’è chiarezza solo sui numeri complessivi. Ovvero: con lo Sprar il numero di immigrati che dovrà ospitare il Comune di Venafro è fissato ad un limite massimo di 137, numero che comprende gli ospiti già presenti in città nei Cat (stimati in una ottantina) che a regime saranno tutti chiusi per passare al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
Insomma, Venafro potrà arrivare ad accogliere al massimo 137 extracomunitari, con una parte di ospiti che saranno allocati nella frazione, i cui abitanti sono però in rivolta perché non vogliono proprio sentir parlare di accogliere immigrati.
In questo modo è a rischio l’adesione del Comune allo Sprar che, ricordiamo, prevede un finanziamento milionario da parte del Ministero dell’Interno (oltre 5 milioni di euro): soldi che andranno alle cooperative che dovranno garantire determinati servizi (dal cibo al vestiario, ad esempio, fino all’insegnamento della lingua e della cultura italiana) per arrivare all’integrazione degli extracomunitari. Secondo l’amministrazione comunale lo Sprar è una occasione anche per l’economia della città. Ma questo ai residenti di Ceppagna adesso non importa perché ritengono preminente la questione sicurezza e dunque domenica mattina si ritroveranno in piazza Padre Pio contro la presunta «invasione degli immigrati».

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